Spettacolo

Acque Dotte, standing ovation per Hevia a Palazzo Trecchi

Foto Sessa

Un’atmosfera dapprima intimista e poi scatenata fra battiti di mani e movimenti quasi di danza aleggiava ieri sera a Palazzo Trecchi nel nuovo appuntamento del Festival “Acque Dotte” che ha portato per la prima volta a Cremona il musicista asturiano José Ángel Hevia in trio.

Il maestro della cornamusa elettronica si era già esibito in provincia, precisamente dieci anni fa durante una rassegna celtica a Ostiano, ed è spesso in tournée nel Belpaese, non a caso ha sfoderato un italiano pressoché perfetto (da lui definito ‘itagnolo’) per presentare i brani uno ad uno. Un viaggio in climax nelle suggestioni musicali del Nord della Spagna, sua terra di origine, una regione dove “piove molto, si beve sidro e suoniamo la cornamusa”.

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Le Asturie si lasciano permeare dalle sonorità anglosassoni, Hevia poi -da vent’anni sulle scene- ha saputo innovare la cornamusa e far apprezzare il genere folk nel mondo, a partire da quel successo del ’97, “Busindre Reel”, proposto anche ieri in versione acustica e ancora impresso nella memoria del pubblico. Oltre a questo pezzo, Hevia ha attinto alle proprie radici culturali alternando flauto, cornamusa acustica ed elettronica.

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Sul palco di Palazzo Trecchi il musicista è salito con la sorella Maria José alle percussioni e il pianista Roberto Jonata, insieme corso della serata hanno incitato il pubblico a tenere il ritmo, al punto che qualcuno ha persino accennato un passo di danza. In scaletta non sono mancate le sorprese, come l’omaggio a Rota con il tema di “Amarcord” e un bis sulle note del tango “Volver” di Carlos Gardel, per un’ora e mezza e oltre di magia.

Federica Priori

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