Cronaca

Secchiate di feci e fango a 'Il Violino': processo per imbrattamento e lesioni

Il 28 luglio parte il processo nei confronti di Alessandro Francesco Azzali, uno dei sei autonomi che il 14 settembre del 2013, insieme ad altre cinque persone, era entrato incappucciato nel ristorante, lanciando secchiate di fango e feci e spargendo volantini.

Luca Babbini
Luca Babbini

Imbrattamento “per aver deturpato l’interno della sala del ristorante ‘Il Violino’ mediante lancio di liquame/fango contenuto in secchi, sia contro il locale che contro i tavoli dove i clienti stavano cenando”; lesioni in concorso per aver sferrato calci e pugni al titolare Luca Babbini, provocandogli ferite giudicate guaribili in una quindicina di giorni. Queste le accuse con le quali il prossimo 28 luglio si aprirà il processo davanti al giudice di pace di Cremona Daniela Badini nei confronti di Alessandro Francesco Azzali, 27 anni, cremonese, riconducibile all’area anarchica del Kavarna, uno dei sei autonomi che tra le 20,45 e le 21 del 14 settembre del 2013 erano entrati incappucciati nel ristorante di via Sicardo, lanciando secchiate di fango e feci e spargendo volantini di rivendicazione. Fortissimo lo spavento, sia del personale del locale che dei quattordici clienti che erano a cena.

All’inizio sembrava una rapina, ma poi i sei incappucciati, tutti vestiti di nero e ‘armati’ di un secchio, al grido ‘Ricchi di m.”, hanno gettato il suo contenuto per tutto il locale, imbrattando il personale e i clienti che erano a cena. Poi la fuga precipitosa. Il gruppo era stato inseguito dal titolare che, seppur preso a calci e pugni, alla fine era riuscito a fermarne uno: il 27enne cremonese. Il ragazzo era stato preso in consegna dalle forze dell’ordine, nel frattempo giunte sul posto, identificato e denunciato. Nei suoi confronti, Babbini, per conto del suo legale, l’avvocato Michela Soldi, si costituirà parte civile, chiedendo i risarcimento dei danni.

L'avvocato Soldi
L’avvocato Soldi

Quella sera, nel locale, i sei incappucciati avevano sparso per tutto il locale anche un volantino con la scritta ‘Stasera i ricchi mangiano m…” che rivendicava solidarietà nei confronti dei detenuti e delle lotte sociali, nella settimana di mobilitazione nelle carceri. ‘10/30 settembre: i detenuti in lotta hanno indetto delle mobilitazioni di protesta contro il sistema carcere all’interno delle patrie galere. Questo è il nostro modo complice e solidale per attaccare la società carceraria in cui esistiamo ma non respiriamo! Da una parte i ricchi che mangiano e ingrassano a dismisura, dall’altra segregati di stato che combattono anche attraverso lo sciopero della fame e del carrello in alcune carceri e anche in quella di Cremona. Sappiamo da che parte stare. Dietro quella barricata ci siamo tutte e tutti, oppressi dentro le gabbie e sfruttati all’interno di questo mondo invivibile”.

“Io sono solo una persona che fa il suo lavoro cercando di regalare alle persone, a tutti, qualche momento magico”, aveva detto all’epoca Babbini dopo i fatti. “Questo può anche significare pagare qualcosa in più per una cena. Ma da qui a passare per un locale – simbolo del lusso, ce ne passa”. “A pensarci a freddo”, aveva confidato il titolare del ristorante a due passi dal Duomo, “forse non avrei dovuto rincorrere quella persona, magari tirava fuori un coltello. Il mio locale non è mai stato un simbolo di niente, io mi limito a fare il ristoratore e il cameriere, sia io che la mia famiglia non abbiamo mai fatto promozioni in ambienti particolari”.

Sara Pizzorni

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