Cronaca

A.n.p.a.n.a: 'Non abbiamo canile sanitario, ecco perchè non abbiamo partecipato'

L’A.n.p.a.n.a., che gestisce il parco – rifiugio di Calvatone, uno dei canili provinciali ‘papabili’ per la gestione della struttura comunale di via Casello, attende ‘fiduciosa gli esiti delle verifiche poste in essere dagli uffici del comune di Cremona preposti e, qualora la struttura di Brescia non risultasse conforme, attendiamo un nuovo bando dal Comune che vaglieremo con sicuro interesse ed attenzione’. Non smette di far discutere l’aggiudicazione (al momento non ancora definitiva) alla clinica veterinaria di Massimo Perron del canile cremonese, attualmente in proroga per tre mesi (dal 1 luglio) al vecchio gestore, l’Associazione zoofili. Il motivo per cui Anpana (sede territoriale di Cremona dell’associazione nazionale protezione animali, natura e ambiente) non ha partecipato al bando non è di natura economica, ma perchè l’associazione non possiede un canile sanitario, come invece prevedevano i requisiti del bando pubblicato negli scorsi mesi dal Comune. Dalle parole del direttivo dell’Anpana traspare delusione per come sono andate le cose e speranza che l’ente locale emetta un nuovo bando, una volta esperite le verifiche sul possesso dei requisiti da parte del vincitore. Una di queste riguarda proprio l’esistenza, presso la struttura dell’unico partecipante, del canile sanitario, quella parte cioè di ricovero che accoglie i cani accalappiati, o quelli di cui non si conosce la provenienza e che pertanto devono stare separati da quelli del rifugio per primi tempi. Di norma, 10 giorni, durante il quale è l’Ats (ex Asl) a compiere le verifiche del caso. “Esprimiamo il nostro rammarico – afferma Patrizia Storti, componente del direttivo Anpana – nell’apprendere come un servizio così importante per la comunità, quale è il ricovero e il mantenimento dei cani vaganti e randagi, venga affidato al di fuori della provincia, creando non poche difficoltà ai cittadini del comune di Cremona e limitrofi.
Non vogliamo entrare nel merito della bontà dell’offerta presentata dalla clinica del dott. Perron perché non ne conosciamo i dettagli economici e tecnici.
Vogliamo, invece, entrare nel merito del bando presentato dal Comune di Cremona, partendo dal presupposto che siamo una onlus, le nostre attività non hanno scopo di lucro, ma solo prestare opera sociale a favore, direttamente o indirettamente, della comunità. Preso atto della pubblicazione del bando, abbiamo proceduto subito ad una valutazione per comprendere se le richieste del bando permettessero una nostra partecipazione.
Purtroppo il bando richiedeva che i partecipanti fossero dotati sia di un canile rifugio sia di un canile sanitario.
Ricordiamo che, come Anpana Cremona, non siamo dotati di un canile sanitario e quindi non avremmo potuto ottemperare a uno dei requisiti essenziali ed obbligatori, previsti dal bando stesso. Proprio per via di questo requisito imprescindibile, Anpana Onlus Cremona ha dovuto fare un passo indietro e non proporre la propria candidatura per un buon rispetto delle regole dettate fin dall’inizio della gara. L’offerta economica non ha giocato, per nessuna ragione, un ruolo discriminante nelle nostre scelte relative all’astensione della presentazione di una nostra offerta”.
Presso il Parco rifugio “la cuccia e il nido” di Calvatone, visitato dal Comune di Cremona nel febbraio scorso, Anpana gestisce direttamente solo la parte di rifugio e non quella sanitaria, contigua ma separata, e sotto la diretta responsabilità dell’Ats. L’associazione invece gestisce, per conto dell’Ats il servizio di accalappiamento su tutto il territorio cremonese.
“Va da sé – continua il Direttivo – che per noi, in primis, poter giocare un ruolo attivo all’interno di un bando così importante, avrebbe agevolato una parte delle attività che già svolgiamo per conto dello stesso distretto sanitario: basti pensare che se un cane viene ritrovato vagante sul territorio di Cremona ora dobbiamo recarci da Calvatone a Cremona e da Cremona a Brescia, con un notevole dispendio di energia e di tempo dei nostri operatori.
“La realtà che si sta andando a delineare in merito a una questione così importante ci dispiace molto. Siamo un’associazione che ha come scopo primario, la tutela dei cani e degli animali e auspichiamo una risoluzione che metta, in primo piano, il bene dei cani stessi e permetta loro la massima possibilità di avere una famiglia che se ne prenda cura per sempre, anziché essere confinati in un box, al freddo di inverno e al caldo torrido d’estate”.

gbiagi

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