Lettere

'Per il teleriscaldamento
l'alternativa al combustore
già c'è e funziona'

da Benito Fiori (Circolo culturale “AmbienteScienze”)

Nei giorni scorsi l’ex assessore all’Urbanistica, arch. Federico Fasani, oggi “scrupoloso” consigliere di minoranza, ha affermato che, a proposito del servizio di teleriscaldamento, «… è paradossale che l’assessore tessa le lodi del teleriscaldamento come fonte ‘pulita’ quando non c’è alcuna prospettiva di un impianto alternativo al termocombustore che possa produrre la stessa quantità di riscaldamento”». Evitando di entrare in polemiche politiche tra maggioranza e minoranza che non competono certo al Circolo “AmbienteScienze”, come premessa, si fa sommessamente però osservare che, a proposito dello smaltimento dei RSU tramite incenerimento, la Direttiva Europea 2008/98/CE “la collocazione dell’incenerimento con recupero energetico (ad alta efficienza) solo al quarto livello delle priorità nella gerarchia della gestione dei rifiuti, dopo prevenzione, preparazione per il riutilizzo e recupero di materia e appena prima dello smaltimento finale in discarica controllata, la limitazione della produzione di rifiuti ed il loro utilizzo come risorse in una logica di “economia circolare” per arrivare all’obiettivo di una società del riciclo ad alto livello di efficienza”.
Circa invece l’incenerimento dei RSU a Cremona quale unica fonte di calore per il servizio di teleriscaldamento, si invita il consigliere Fasani a verificare quanto segue: in caso di fermo immediato di entrambe le linee dell’impianto (potenza nominale dell’impianto: circa 6 MWe e circa 12 MWt), subito entrerebbe in servizio la caldaia a metano “di soccorso” già installata da 14MW, senza, quindi, che il teleriscaldamento ne risenta. Quindi, un’alternativa c’è già ed è, com’è noto con il metano, meno inquinante e meno climalterante.
A questo punto, non si riesce a non stigmatizzare (è già accaduto poche settimane fa) quanto ha scritto un anonimo signore che si firma con un nikename di un vecchio cellulare, proprio a commento dell’articolo appena citato.  Infatti, egli ha scritto: “l’inceneritore fa risparmiare circa 7.000 tonnellate equivalenti di petrolio (e relative emissioni) per sostituirlo con cosa? In 3 anni non hanno saputo dirlo … inaccettabile”, ovvero, torna a parlare di cose che conosce poco.
A proposito del risparmio del petrolio, dal punto di vista delle emissioni, due necessarie osservazioni: per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria (che finalmente per l’inceneritore qualcuno ammette), sempre rammentando che la maggiore pericolosità per la salute umana è rappresentata dal particolato ultrafine delle emissioni al camino, si pensa sia più che sufficiente citare quanto afferma una fonte istituzionale come l’Arpa della Regione Emilia e Romagna nel suo “Le emissioni degli inceneritori di ultima generazione – Analisi dell’impianto del Frullo di Bologna”: … Dalle misure effettuate risulta che la stragrande maggioranza in numero delle polveri emesse dall’inceneritore sono particelle ultrafini (nanopolveri)….
La seconda osservazione riguarda un aspetto cui forse l’anonimo signore non ha pensato, ma che chi scrive ritiene di assoluta importanza, ossia l’effetto climalterante (ovvero, la produzione di gas serra).
La “Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici” ha stabilito sin dal 1992 che la quantità della CO2 (il maggiore responsabile dell’effetto serra) emessa in una combustione per produrre 1 kWh, a secondo del combustibile, risulta essere: 720 grammi per il gasolio, 500 gr. per il gas naturale e ben 940 gr. con l’incenerimento dei rifiuti urbani.
Benito Fiori (Circolo culturale “AmbienteScienze”)

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