Cronaca

Mobilità, Ceraso: 'Che senso ha studio per 13mila euro quando modifiche già fatte?'

Cosa si sta facendo per la mobilità a Cremona? E perché pensare ora ad un Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), spendendo 13mila euro in consulenze, quando l’amministrazione comunale ha già messo in atto degli interventi significativi sul tema nel corso dei suoi primi due anni di amministrazione? A chiederselo è il consigliere comunale Maria Vittoria Ceraso, che ha presentato una interrogazione all’amministrazione comunale per fare chiarezza sulla vicenda.

“Loro partono dall’idea di ridurre il traffico veicolare in centro, ma non mi sembra che questo sia un motivo di urgenza sufficiente per aver fatto da subito tutti quei cambiamenti nell’impianto viabilistico del centro, senza avere alcuno studio in mano” sottolinea Ceraso. “Avrebbe avuto senso far partire subito lo studio e dopo prendere gli eventuali provvedimenti. Anche perché questa chiusura all’accesso del centro storico e la diminuzione dei parcheggi, non sono stati compensati da un potenziamento del trasporto pubblico. In questo modo si vanno a danneggiare i diritti delle persone di potersi muovere agevolmente in città. Ricordiamoci che non tutti possono andare in bicicletta e avere degli autobus che passano con una così scarsa frequenza non compensa certo il disagio dei cittadini di non potersi spostare in auto o parcheggiare in zone vicine alla propria destinazione”.

L’interrogazione, dunque, si chiede “in base a quale studio del nostro territorio, dati di traffico, di sosta sono stati adottati gli atti relativi alla mobilità e alla sosta sopra citati tenuto conto che il Piano Urbano della Mobilità del Comune di Cremona tutt’ora in vigore è del 1994 e solo nei giorni scorsi l’Amministrazione ha deciso di avviare il procedimento del Piano Urbano della Mobilità sostenibile revocando tra l’altro la delibera n. 25 del 7 febbraio 2013, con la quale era stato avviato dalla precedente Amministrazione il procedimento per la redazione del Pum (Piano Urbano della Mobilità)”.

Secondo la Ceraso, forse “sarebbe stato più opportuno e legittimo avviare da subito il procedimento partecipativo del Pums (in continuità con il percorso già avviato nel 2013 dalla precedente amministrazione) dal quale poi far discendere, alla luce dei dati complessivamente raccolti e ai relativi studi, tutti i provvedimenti in tema di sosta e mobilità”.

C’è poi la questione economica. “Quale utilità può avere affidare ora la stesura delle linee guida del Pums alla società Lem Reply S.r.l. di Torino per un importo totale di 13.420 euro con lo scopo di definire le azioni necessarie per pianificare e governare la mobilità pubblica e privata nel proprio territorio nel momento in cui la stessa è già stata oggetto di così significativi cambiamenti? I provvedimenti adottati non potrebbero essere viziati da illegittimità per carenza di idonea motivazione, adeguata istruttoria e lesivi dei diritti dei cittadini e della loro qualità di vita nel momento in cui l’unico scopo perseguito dall’Amministrazione sembra essere stato soltanto quello di evitare gli spostamenti con auto private senza, però, che vi sia stata alcuna previsione di aumento e/o potenziamento delle linee di trasporto pubblico né tanto meno sia stata prevista alcuna misura volta ad incentivare l’uso dei mezzi pubblici? Tanto più che nei suddetti provvedimenti non sono chiarite le ragioni urgenti ed indifferibili che hanno indotto l’Amministrazione ad adottare tale disciplina, anticipatoria di quella che dovrà essere elaborata in applicazione delle linee dettate dal Pums”.

A sostegno della propria posizione, la Ceraso cita una sentenza emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio n. 4231 del 17 marzo 2015 relativamente al ricorso proposto dall’Associazione Movimento Consumatori contro Roma Capitale per l’annullamento di una delibera avente ad oggetto “ Modifiche alla nuova disciplina della sosta tariffaria”.

“Il Tar ha accolto il ricorso dell’Associazione Movimento Consumatori annullando la deliberazione impugnata e affermando il principio fondamentale dei provvedimenti comunali debba essere quello di rendere più agevole l’accesso ai luoghi dei servizi per i cittadini. Secondo il Tar Lazio ‘la tipologia dei limiti (divieti, diversità temporali o di utilizzazioni, subordinazione a certe condizioni) deve essere articolata dalla pubblica autorità tenendo conto dei vari elementi in gioco traducendosi in una disciplina funzionale alla pluralità degli interessi pubblici meritevoli di tutela ed alle diverse esigenze, e sempre che queste rispondano a criteri di ragionevolezza’”.

Laura Bosio

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