Cronaca

Stazione sempre più sguarnita. Agente Polfer assegnato al Brennero

Un’altra tegola sta per abbattersi sul personale della Polizia di Stato in servizio alla stazione di Cremona, con l'assegnazione di un agente alla frontiera con l’Austria. Dagli originari 12 operatori si è passati agli attuali 6, di cui due con la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria.

Da anni il Sap di Cremona, il Sindacato autonomo di polizia, denuncia la precaria situazione del personale della polizia ferroviaria di Cremona, ormai arrivato ai minimi storici dell’organico. Ora un’altra tegola andrà ad abbattersi sul personale di Cremona, costretto a rinunciare ad un operatore che è stato assegnato alla frontiera con l’Austria. “Oltre al danno, oseremmo dire”, denuncia il segretario provinciale del Sap Gianluca Epicoco, “c’è la beffa”. “L’organico della ferroviaria”, si legge in un comunicato del Sap, “è via via passato dagli originari 12 operatori agli attuali 6, di cui due con la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria. Il tutto, unito peraltro all’età media sempre più elevata del personale”.

“Le uniche fasce orarie in cui è garantita la presenza del personale”, continua la nota, “erano e rimangono quelle 07/13 e 13/19, dopodiché la stazione ferroviaria di Cremona è priva di ogni tipo di sicurezza se non l’eventuale intervento della pattuglia della squadra volante in caso di richiesta di intervento d’emergenza”. Una situazione di emergenza, se pure si considera la situazione di degrado e disservizio in cui versano le Ferrovie. “Non passa giorno, ormai”, prosegue il comunicato del Sap, “in cui i colleghi siano costretti ad intervenire per placare anche gli animi dei pendolari giustamente inferociti o per intervenire per reati a bordo dei treni o nell’ambito ferroviario, compresa la presenza sempre maggiore di esagitati, tossicodipendenti, o altri soggetti che salgono sui treni privi del biglietto e che ingaggiano ormai con i capotreni una lotta quotidiana. In questa situazione di inciviltà diffusa si svolge il servizio del personale della polizia ferroviaria che, vivendo in una sorta di perenne degrado, si è ormai trasformato in una sorta di servizio di assistenza ai viaggiatori ed è costretto a sopperire alle mancanze delle Ferrovie, adoperandosi per le incombenze più varie come quelle di annunciare ai passeggeri i ritardi dei treni, guidarli all’esterno alla ricerca di pullman sostitutivi, placarne le legittime ire quando vengono ‘abbandonati’ in stazione o costretti a viaggiare stipati su carrozze fatiscenti, senza riscaldamento o aria condizionata”.

“Avevamo denunciato”, scrive il segretario provinciale, “come i sei sfortunati operatori avessero a disposizione una sola autovettura Fiat Panda, senza peraltro avere un garage dove poterla parcheggiare, e come non avessero e non abbiano tuttora a disposizione nemmeno locali degni di un ufficio di polizia, con servizi igienici adeguati e misure di sicurezza efficaci. Le risposte sono state sempre evasive e si sono trincerate nelle solite carenze di risorse che attanagliano il sistema sicurezza italiano.

A tutto questo nei giorni scorsi si è aggiunta la beffa: dopo che i sei operatori avevano già pianificato anche la fruizione, a turno, delle ferie estive, di cui pure hanno diritto sacrosanto di fruire, è giunta inaspettata la notizia che un operatore sarà inviato fino alla fine del mese di giugno al Brennero per l’emergenza che in loco si è sviluppata a causa dei noti fenomeni migratori, per esigenze legate a quella tratta ferroviaria. Troviamo assurdo che in una zona già soggetta a numerose aggregazioni e assegnazione di personale sia necessario attingere ad un operatore della Polfer di Cremona, che già non riesce a far fronte alla propria situazione ordinaria ed è chiamata a supplire alle esigenze della frontiera con l’Austria”. “Non è possibile”, conclude la nota, “arrivare alla metà del mese di giugno per decidere che uno dei 6 operatori cremonesi debba, da un giorno all’altro, prendere e partire per far fronte ad un’emergenza nota da mesi. Ma è mai possibile che si vada ad attingere ad un ufficio ormai ridotto all’osso e che sembra quasi sulla via della chiusura?”. Il Sap chiede la cessazione immediata di questo trasferimento per permettere al personale di potersi alternare come già previsto per l’effettuazione del servizio e delle ferie”.

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