Bimbo ferito dopo parto Famiglia risarcita, querela rimessa: processo chiuso
Partorì da sola nel bagno dell'ospedale. Processo chiuso. La famiglia è stata risarcita con 20.000 euro ed ha rimesso la querela. Per l'accusa di falso in cartella, il giudice ha assolto ostetrica e tirocinante.
Si è chiuso con una remissione di querela il processo confronti del ginecologo del reparto di Ostetricia dell’ospedale di Cremona Antonello Pinzoni, delle due ostetriche Chiara Cerioli e Sara Ziliani e della tirocinante ostetrica Amanda Fiorentini, accusati di lesioni colpose nella vicenda di una cremonese di 38 anni, Giuseppina, che alla 37esima settimana di gravidanza, il 13 ottobre del 2012, aveva partorito da sola e in piedi nella sua stanza in ospedale senza l’intervento del personale medico. In quelle condizioni, il bimbo, uscendo, era caduto a terra, procurandosi un ematoma alla testa. Gli imputati hanno risarcito con 20.000 euro il danno alla famiglia che nel processo si era costituita parte civile attraverso l’avvocato Luca Curatti. Essendoci stato il risarcimento, i genitori del piccolo hanno ritirato la querela, chiudendo, di fatto, il procedimento giudiziario.
“La famiglia ha deciso di interrompere l’azione penale”, ha spiegato l’avvocato Curatti. “E’ emerso anche da perizie ad oggi in atti che non ci sono state lesioni di natura permanente, e questo depone bene per il futuro”. “Fatta salva ogni riserva”, ha però chiarito il legale, “di successive valutazioni sulla salute del piccolo”.
“Nonostante la chiara assenza di responsabilità dei sanitari”, ha commentato da parte sua l’avvocato Diego Munafò, legale del ginecologo Pinzoni, “essendosi trattato di un parto iper precipitoso e come tale imprevedibile, e soprattutto l’assenza di esiti permanenti a carico del bambino, si è deciso di offrire alla famiglia un risarcimento per porre termine alla vicenda giudiziaria”.
Se per l’accusa di lesioni colpose è stata rimessa la querela, si è proceduto invece per l’altro reato di falso nella cartella clinica contestato solo alla Cerioli e alla Fiorentini. Entrambe sono state assolte con formula piena dal giudice Francesco Beraglia. Per l’accusa, nella cartella ci sarebbe stato scritto che era stata l’ostetrica ad eseguire il monitoraggio, mentre invece lo avrebbe compiuto la tirocinante. “Siamo molto soddisfatte”, ha commentato l’avvocato Isabella Cantalupo, che assisteva sia la Cerioli che la Ziliani. “Nel procedimento è emerso che le ostetriche si sono sempre comportate con scrupolo e diligenza, operando in una situazione di emergenza, visto che quel giorno c’erano stati diversi parti in atto”. In merito all’accusa del falso in cartella, l’avvocato Cantalupo ha aggiunto che “tutto quanto era stato annotato in cartella coincideva con la realtà”.
Quando era stato il momento di partorire, la 38enne aveva suonato il campanello per chiedere aiuto, ma nessuno del personale medico si era presentato. A trovarla in piedi, di fronte alla porta del bagno, con il bambino a terra, appena partorito, era stato il marito. Il personale medico, secondo il racconto dell’uomo, sarebbe arrivato “solo dopo almeno 15/20 secondi” dalle grida di aiuto della paziente. Il piccolo, nella caduta, si era procurato una frattura alla testa con conseguente emorragia che era stata asportata durante un’operazione all’ospedale di Bergamo, dove il bambino era stato trasferito il 15 ottobre.
Sara Pizzorni