Cronaca

Inquinamento Tamoil, la falda più superficiale non è ancora ripulita

La falda acquifera più superficiale delle aree esterne Tamoil (fino a 18 metri di profondità) è ancora inquinata da presenza di benzene, toluene, idrocarburi totali, Mtbe. E lo stesso dicasi delle aree interne alla ex raffineria, dove maggiore è stato il carico degli sversamenti di sostanze durante i decenni in cui sono stati attivi gli impianti. I risultati delle ultime campagne di monitoraggio eseguite dall’Arpa, in contraddittorio con l’azienda, sono contenuti nella relazione illustrata dalla funzionaria dell’Agenzia durante l’ultima riunione dell’osservatorio Tamoil lo scorso 25 maggio, riferito al campionamento annuale del marzo 2015. Gli esiti delle analisi del primo trimestre 2016 invece non sono ancora disponibili. Confortanti i dati sulle falde profonde: nessun superamento delle Csc (concentrazioni soglia contaminazione) per le falde profonde 50 (intermedie) e 70 metri, sia nel campionamento annuale che in quelli effettuati trimestralmente, nei mesi di giugno, settembre e dicembre 2015.

Nove i piezometri che captano l’acqua dalla falda superficiale, 5 dalla falda intermedia e 3 dalla falda profonda, che costituiscono solo una parte dell’intervento di monitoraggio e di messa in sicurezza operativa allestito da Tamoil e controllato da Arpa.

Capitolo soil gas, i gas interstiziali che si sono concentrati negli anni negli spazi ‘vuoti’ dei terreni. Dal verbale emergono “alcune criticità nella quantificazione delle frazioni idrocarburiche” tra le analisi eseguite dall’Azienda e quelle effettuate nei laboratori Arpa. Da notare che solo dal 2015 l’Arpa ha esteso la propria attività di vigilanza monitorando anche i gas interstiziali, che l’azienda fin dal 2009 teneva sotto controllo in autonomia. A seguito di questi dati discordanti, che potrebbero dipendere dai metodi analitici dei parametri, Tamoil è stata invitata a contattare i laboratori Arpa, in previsione delle  prossime campagne di monitoraggio. I dati anomali sono riferiti alle aree interne: 30 le postazioni in funzione, mentre 8 sono quelle esterne: presso la canottieri Bissolati (4 postazioni), Cral Tamoil (2), e una ciascuna al Flora e nell’unica area residenziale della zona.

Migliorata, invece la situazione dei soil gas nelle aree esterne: i valori di inquinanti riscontrati a luglio 2015 dall’Arpa sono risultati inferiori a quelli osservati dall’azienda nel marzo dello stesso anno: una situazione imputabile forse alla magra del Po durante i mesi estivi, che come noto provoca minore ‘pressione’ nel sottosuolo delle aree golenali dove si trovano le canottieri, bilanciata però da una maggiore pressione delle acque (e quindi un innalzamento delle concentrazioni di gas) durante il periodo di piena. Una situazione ondivaga che impedisce di trarre conclusioni definitive. Per questo, “al fine di approfondire la suddetta problematica – conclude la relazione Arpa – l’Agenzia ha già effettuato una nuova campagna di monitoraggio soil gas a marzo 2016, rilevando contestualmente non solo la soggiacenza della falda presso la rete piezometrica esistente, ma anche il livello del fiume Po e richiedendo all’Azienda di effettuare le opportune valutazioni in merito alle relative interferenze tra le stesse”.

Nello stesso Osservatorio, l’azienda ha mostrato i risultati della messa in sicurezza operativa (MISO) dal 2008 ad oggi: dai pozzi della barriera idraulica realizzata per evitare altre migrazioni di inquinanti da dentro a fuori la raffineria,  emerge un “generale ed evidente trend in diminuzione delle concentrazioni medie annue degli idrocarburi e delle Btex”. In diminuzione anche gli idrocarburi totali (con la sola eccezione di due pozzi). Ad oggi sono stati estratti e trattati circa 23,5 milioni di metri cubi di acque di falda, per circa 49mila kg di idrocarburi in soluzione che sono stati rimossi.

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