Colonie Padane, una storia lunga 80 anni
Le aveva volute Roberto Farinacci nel 1936, in un’area golenale dove fin dagli inizi del Novecento i cremonesi cercavano fresco estivo bagnandosi in riva al fiume o, attraverso strutture in legno di fortuna, dare la possibilità di qualche bagno di sole ai bambini più gracili. Nel 1915 già 250 bambini avevano frequentato quelle baracche volute dall’ospedale di Cremona prendendo il sole terapeutico su una chiatta. Farinacci le trasformò in una gigantesca opera di consenso dando a Cremona le colonie che il ras della città del Torrazzo intitolò a se stesso.
La “Colonia fluviale Roberto Farinacci” venne realizzata dall’ingegner Carlo Gaudenzi. E’ una testimonianza dell’architettura italiana tra le due guerre. Dal punto di vista architettonico la struttura centrale è a forma di grande nave immersa in un vasto parco di quasi 60 mila metri quadrati ricco di essenze padane, con piscinette e laghetti da tempo abbandonati. Dal dopoguerra la struttura è semiabbandonata: qualche festa di partito, alcune manifestazioni, per alcuni anni un motoraduno rock, giornate degli oratori. Nel 2004 il Comune – proprietario dell’immobile – ha speso 606.000 euro per il restauro dell’area, tra lavori di pulizia, rifacimento, messa in sicurezza e inserimenti arborei. A dodici anni di distanza, le Colonie Padane sono di nuovo in stato di abbandono. Il piano terra del padiglione cade a pezzi, ci sono vetri rotti, topi morti e sporcizia. Nonostante il degrado della struttura, il Comune ne autorizza temporaneamente l’uso. La palazzina centrale, la poppa della nave un tempo mensa e spogliatoio delle colonie è occupata per metà dalla discoteca Il Coloniale.
Le associazioni sportive ne avevano fatto la loro sede ma l’alluvione del 2000 con il Po che aveva raggiunto la struttura ha costretto alla fuga e all’abbandono.
Nel 2014 la giunta di centro destra guidata da Oreste Perri pubblicò un bando per il recupero, ma l’unica proposta arrivata prevedeva di utilizzare parte dei locali per allestire una sala scommesse. Proposta rigettata da Comune.