Politica

Emissioni anomale, ritardo nella comunicazione? Scontro Fasani-Comune

Strascichi polemici dalla commissione Ambiente dedicata alla vicenda dello sforamento dei limiti di emissione delle polveri  dall’inceneritore. Per Federico Fasani, consigliere del Nuovo centro destra, l’amministrazione Galimberti è stata in ritardo nel divulgare i dati che arrivavano da Milano, dove l’Arpa rilevava, su segnalazione del gestore, l’errato funzionamento del sistema di monitoraggio delle polveri per un lungo periodo di tempo e, appunto, il superamento del valore massimo giornaliero tra 22 e 24 dicembre.

“Sia il dott. Sciunnach (dirigente del settore Ambiente della Regione) che la dottoressa Pesaro del Comune di Cremona, hanno dichiarato che Arpa Lombardia aveva messo al corrente l’Assessore Manfredini degli sforamenti dai limiti di emissione dell’impianto sin dai primi di novembre, durante una seduta del tavolo regionale del decommissioning”, afferma Fasani. “Come mai la notizia è uscita dopo settimane? Dov’è la trasparenza? Perchè tenere la notizia segreta nel cassetto brandendola come una clava contro l’impianto ed il gestore dopo giorni e giorni? Se la questione poteva essere pericolosa per la salute dei cittadini così come è stata sucessivamente dipinta, per fortuna a torto, dall’Amministrazione, perchè gestirla politicamente? Il Gestore dell’impianto ha dichiarato di avere ricevuto comunicazione dall’Amministrazione sugli sforamenti solo il 29 novembre. Se fosse stato un fatto grave per la salute, perchè aspettare così tanto tempo anteponendo le strategie politiche alla salute della gente? A chi giova questa continua aggressione ideologica all’impianto?”

Diversa la ricostruzione delle date da parte dell’amministrazione comunale. Secondo cui è vero che a novembre 2015 (precisamente il 17) durante una riunione del tavolo di decommissioning a Milano in cui siedevano l’assessore Manfredini e la dirigente del settore Ambiente Pesaro venne accennato verbalmente alle anomalie riscontrate. Ma la comunicazione venne fatta in via incidentale dal dirigente Sciunnach, che  in quel modo preannunciava la comunicazione ufficiale che sarebbe arrivata via Pec. “Il 26 novembre – ricostruisce Manfredini – arrivava in Comune la comunicazione da parte di Arpa delle anomalie riscontate nel sistema di monitoraggio polveri, denominata Primi esiti della visita ispettiva. I giorni seguenti il Sindaco compie i seguenti atti: 27 novembre 2015 parte la nota di invito del Sindaco a Lgh Spa e Linea Reti e Impianti per la convocazione di un incontro urgente; il 27 novembre parte di richiesta di incontro urgente a Regione Lombardia e Arpa Lombardia da parte del Sindaco”.

“Il 1 dicembre 2015 –  continua la ricostruzione dell’amministrazione comunale – si svolge un incontro presso il Comune nell’ufficio del Sindaco con i vertici di Lgh Spa e Linea Reti impianti alla presenza dell’AD Mazzini, del direttore Ferrari e del presidente Gaggia e dei tecnici della Società. Si chiedono spiegazioni e quali azioni sono già state messe in campo. Si chiede anche conto della mancanza di comunicazione /informazione tra i Gestore e il Comune”.

Si arriva così al 4 dicembre, quando arriva in Comune la diffida da parte di Regione Lombardia che intima al gestore di provvedere alla sostituzione del sistema di monitoraggio e controllo entro 90 giorni. E’ a quel punto che giunta e presidente del Consiglio comunale Pasquali decidono di diffondere i dati e tutto il carteggio “a testimonianza – afferma Manfredini – della massima trasparenza e del rigore più volte manifestato anche e soprattutto per questi temi così importanti”.

Il resto appartiene alla cronaca recente: il 10 maggio 2016 il Comune riceve da Arpa Lombardia il verbale dell’ispezione e il 12 maggio lo diffonde tra i consiglieri.

Una nota positiva però c’è, sostiene Fasani. “In primo luogo, su mia esplicita ed interessata richiesta di chiarimento, il dott. Sciunnach, dirigente di Regione Lombardia del settore ambiente e tre funzionarie di Arpa Lombardia, hanno dichiarato che in seguito all’incidente in oggetto non ci sono stati danni per l’ambiente e le persone descrivendo l’evento come irrilevante e privo di qualunque conseguenza. Bene. Hanno anche dichiarato che l’impianto è sicuro e particolarmente performante soprattutto dopo gli ingenti investimenti degli ultimi due anni (si parla di circa 5 milioni di euro).
A conferma di quanto già espresso all’interno di altri studi è stato ribadito anche che al termovalorizzatore di Cremona sono imputabili pochi punti percentuali dell’inquinamento dell’aria sul nostro territorio e che, semmai, le attività responsabili sono altre. Tra le principali, oltre l’industria, le automobili e l’agricoltura, c’è l’inquinamento prodotto dal riscaldamento domestico che proprio il sistema termovalorizzatore-teleriscaldamento può aiutare a ridurre.
Regione Lombardia ha anche sottolineato come l’eliminazione del termovalorizzatore implica la necessità di sostituirlo con altri impianti tipo il trattamento meccanico dei rifiuti e centrali a biomasse che tuttavia, stando ai tecnici, inquinano di più e sono pure svantaggiosi economicamente.
Morale: il sistema cremonese di trattamento dei rifiuti, frutto di decenni di lavoro e perfezionamento, è virtuoso”.

gbiagi

 

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