Politica

Da Brescia il nuovo attacco di Fratelli d'Italia all'affare Lgh-A2A

Nuova presa di posizione di Fratelli d’Italia contro l’affare Lgh-A2A, giunto ad una nuova impasse, con l’annuncio di un’istruttoria dell’Antitrust che mette in luce il reale pericolo di posizione dominante del nuovo raggruppamento in tema di trattamento rifiuti e distribuzione di gas, tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza. Marcello Ventura, consigliere comunale di Fli-An e responsabile regionale enti locali,  è intervenuto a Brescia insieme all’assessore regionale al territorio Viviana Beccalossi e ai rappresentanti di Fli degli altri territori coinvolti (Lodi, Pavia) in una conferenza stampa. “Fra 45 giorni – è stato detto –  il procedimento sarà concluso mentre il termine del closing è fissato per il 6 giugno e ne siamo certi subirà un ulteriore, l’ennesimo, slittamento. Ricordiamo che già a dicembre dello scorso anno Fratelli d’Italia (Brescia, Cremona, Pavia, Lodi e Crema) aveva chiaramente detto no alla svendita di Lgh per l’offerta vincolante che, nella fattispecie, si presentava con numerosi svantaggi per i comuni Soci: prezzo di vendita, condizioni di vendita (earn in earn out), governance, territorialità e riduzione occupazionale. Il prezzo iniziale dell’offerta vincolante di € 125.460.000 era già basso, ad oggi è arrivato a € 113.000.000 con una riduzione di ben € 12.500.000. Sempre a dicembre abbiamo chiesto che prima della firma dell’accettazione dell’offerta vincolante vi fossero i pareri preventivi alla Corte dei Conti per l’evidenza pubblica assieme a quelli dell’Antitrust e dell’Anticorruzione. Oggi stiamo assistendo alla prima verifica che non è preventiva ma successiva alla firma dell’offerta, e crediamo che ne arriverà, magari dopo il closing, anche una da parte della Corte dei Conti. Riteniamo, oggi più di ieri, che l’intera operazione sia, non solo svantaggiosa ma piena di vizi procedurali, vizi peraltro difesi da pareri legali confezionati ad arte a cui abbiamo detto fin da subito che non erano accettabili”.

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