Economia

Padania Acque verso acquisizione reti idriche, primo sì dei sindaci

Via libera dai sindaci azionisti di Padania Acque ai criteri per la definizione dei valori da attribuire alle reti idriche di proprietà delle società patrimoniali dei Comuni, in procinto di passare al gestore unico del servizio idrico, Padania Acque, appunto. L’assemblea dei rappresentanti dei comuni si è riunita ieri in seduta ordinaria e ha deliberato quasi all’unanimità (solo un astenuto, in totale era presente il 76% del capitale sociale) la proposta di deliberazione presnetata dal Cda in tema di acquisizione dei rami aziendali inerenti alle reti e agli impianti della gestione dell’idrico di AEM Cremona S.p.A., SCRP – Società Cremasca Reti e Patrimoni S.p.A., ASM Castelleone S.p.A., ASM Pandino, ASPM Soresina servizi S.r.l., GISI S.p.A., da parte di Padania Acque S.p.A.  L’assemblea ha deliberato dunque le linee guida per la fissazione dei valori della trattativa. Nello specifico, l’oggetto della delibera ha riguardato i seguenti punti: verifica del valore contabile dei beni oggetto di cessione attraverso apposite perizie; avvio delle trattative finalizzate all’acquisto dei beni inerenti al servizio idrico integrato; negoziazione di un accordo quadro, avente come oggetto il trasferimento dei suddetti beni; convocazione dell’assemblea dei soci per la delibera dell’acquisizione dei beni.

Il presidente della società Claudio Bodini ha circostanziato gli ambiti della trattativa, premettendo due importanti aspetti della questione. Il primo è che Padania Acque S.p.A., succedendo a Padania Acque Gestioni S.p.A., è diventata affidataria dell’intero Servizio Idrico Integrato della Provincia di Cremona. Il secondo è che, a fronte di questo affidamento, l’acquisizione dei restanti rami d’azienda del settore idrico provinciale è diventata obbligo di legge, a seguito della dichiarazione di incostituzionalità dell’art. 49 della legge regionale 26 del 2003  nel quale veniva sancita la separazione dell’attività di gestione delle reti dall’attività di erogazione dei servizi, distinguendo quindi tra la gestione e il patrimonio. L’abrogazione dell’articolo, rispondente a criteri di razionalità nella gestione, obbliga a riunire dunque in capo al soggetto erogatore del servizio la proprietà delle reti e degli impianti funzionali all’erogazione di quel servizio.
«L’attuale gestore è dunque obbligato all’acquisizione dei beni e delle infrastrutture idriche di proprietà delle patrimoniali», ha spiegato Bodini. «Il ridisegno del comparto idrico significa porsi nell’ottica di un’economia di scala per superare le frammentazioni esistenti e migliorare la qualità del servizio a vantaggio dei cittadini». Oltre alla razionalizzazione, il presidente ha sottolineato la trasparenza delle decisioni prese dal cda della società nei confronti dell’assemblea dei soci: «l’assemblea dei soci segue sempre all’incontro con il comitato indirizzo e controllo, composto anch’esso da una delegazione di sindaci, il quale ha il potere di correzione nei confronti delle scelte del cda».
Secondo i vertici aziendali, «l’attuale trattativa getta quindi le premesse per l’avvio di un importante piano industriale che, grazie alla presenza di un gestore unitario, rende virtuoso l’esempio della Provincia di Cremona nei confronti delle altre province lombarde; al nuovo assetto unitario del comparto idrico provinciale corrisponderà, infatti, un servizio di sempre maggiore e omogenea qualità».

 

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