Cronaca

Verde urbano, Cremona tra le città più virtuose in Italia grazie all'agricoltura

Cremona è uno dei capoluoghi di provincia verdi per eccellenza. A dirlo è l’Istat, nel suo rapporto sul Verde urbano uscito oggi, che fa il punto della situazione dei capoluoghi di provincia. Considerando tutti gli aggregati del verde, emergono alcune caratterizzazioni rispetto alla collocazione geografica e alla dimensione in termini di popolazione residente, che complessivamente definiscono la “cifra verde” delle diverse città.

Dai dati emerge che a Cremona, Pavia, Lodi e Matera tutte le componenti considerate (verde urbano, aree protette e superficie agricola urbana) presentano densità superiori alla media dei comuni capoluogo. A Lodi e Cremona incidono soprattutto la componente agricola (la Sau rappresenta più della metà del territorio) e quella delle aree protette (rispettivamente il 35% e il 27% della superficie comunale), mentre a Pavia verde urbano, aree protette e Sau sono tutti leggermente al di sopra della media. Nel caso di Matera, alla consistente componente rurale si aggiungono l’unicità delle aree di verde urbano tutelate dal Codice dei beni culturali (15,3%, contraddistinte dalla presenza del parco archeologico delle chiese rupestri) e aree naturali protette (quasi un quarto del territorio).

Elevate dotazioni per Sau e verde urbano qualificano cinque città padane (Vercelli, Vicenza, Padova, Reggio nell’Emilia e Modena) insieme a Firenze e Potenza: sono realtà urbane dove la tradizionale destinazione agricola dello spazio rurale subisce la competizione delle trasformazioni della forma delle città.
Le nostre città si qualificano quindi per la peculiare compenetrazione, nel contesto urbano, di aree naturali protette e aree agricole periurbane: il 5% dei capoluoghi mostra densità superiori alla media per entrambe le componenti e in 11 parte del territorio è specificatamente tutelato come parco agricolo.

Le 12 città in cui l’incidenza del verde urbano e delle aree naturali protette è superiore alla media sono in maggioranza centri urbani di medio-grandi dimensioni; in sei casi si tratta di grandi comuni3: Trieste, Roma, Napoli, Reggio di Calabria, Palermo e Cagliari. Sono tutti contesti dove le aree uniche di rilevante pregio sono state nel tempo sottoposte a tutela naturalistica, anche per via della contiguità con ambiti fortemente urbanizzati: a Cagliari le saline del Molentargius e di Macchiareddu e la laguna di Santa Gilla, a Trieste le aree carsiche, a Reggio di Calabria il parco dell’Aspromonte, a Palermo il monte Pellegrino, a Napoli e Roma numerosi ed estesi parchi e riserve naturali.

A livello nazionale, nel 2014, il verde urbano rappresenta in media il 2,74% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di m2), quota che corrisponde a una disponibilità media di 31,1 m2 per abitante. Il 16,1% della superficie comunale è incluso in aree naturali protette (comprese quelle della rete Natura 2000) mentre la superficie agricola utilizzata (Sau) è pari in media al 44,3% del territorio.

LaBos

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