Combine nel tennis, Bracciali a Cremona: 'Mai scommesso, nè preso soldi'
Combine nel tennis: sotto accusa Bruni, Giannone, Bracciali, Starace, Goretti e Sganzerla. Bracciali: 'Sono convinto di poter dimostrare la mia totale estraneità. Non ho mai scommesso, se qualcuno l'ha fatto non lo so, né ho mai ricevuto denaro”.
Si è aperta oggi davanti al gup Letizia Platè l’udienza preliminare nei confronti dei sei imputati per i quali il procuratore Roberto di Martino ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte combine nel tennis. La procura contesta l’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, in particolare a manipolare una pluralità di partite di tennis di tornei prevalentemente internazionali.
Sotto accusa ci sono Manlio Bruni e Francesco Giannone, ex commercialisti di Beppe Signori, difesi dall’avvocato Fausto Bruzzese, i tennisti azzurri Daniele Bracciali e Potito Starace (il primo assistito dai legali Filippo Cocco ed Alberto Amadio, il secondo dal’avvocato Simone Maina), Roberto Goretti, direttore sportivo del Perugia Calcio, difeso dall’avvocato Antonio De Rensis, ed Enrico Sganzerla, commercialista di Verona, già condannato a 7 anni e 6 mesi in primo grado per il tentato omicidio dell’ex fidanzata, accoltellata la sera del 12 aprile del 2014 alla discoteca Victory di Vicenza. Sganzerla, assistito dagli avvocati Luca Bronzato e Nicola Avanzi, affronterà il processo d’appello a giugno per il tentato omicidio, reato per il quale si trova attualmente agli arresti domiciliari. Per un vizio di notifica proprio a Sganzerla, l’udienza preliminare sul tennis è stata rinviata al prossimo 15 giugno.
Insieme al gruppo dei difensori c’era anche l’ex generale della guardia di finanza Umberto Rapetto, consulente tecnico della difesa Bracciali. Rapetto è stato punto di riferimento in Italia, e non solo, per tutto ciò che riguarda le cyber truffe e le inchieste telematiche ed è stato il fondatore del Gat, Gruppo anticrimine telematico, poi diventato Nucleo speciale frodi telematiche.
Intanto in udienza preliminare hanno intenzione di costituirsi parte civile la Federazione Italiana Tennis e il Coni. A rappresentarli, gli avvocati David Aiello per il Coni e la collega Virginia Comitini per la FIT. Insieme a loro, attraverso gli avvocati Luca Genesi, Remo Pannain e Massimo Sterpi, si costituiranno parte civile anche il Tennis Integrity Unity, un’agenzia che si occupa di monitorare i match e verificare quelli sospetti, e l’International Tennis Federation Limited, l’organismo che governa il gioco del tennis e comprende fra i suoi compiti e le sue responsabilità l’emanazione delle regole di gioco.
In tribunale a Cremona era presente Daniele Bracciali, 38 anni, di Arezzo, numero 66 della Atp quando alla fine del 2014 scoppiò lo scandalo del tennis scommesse. “Sono convinto di poter dimostrare la mia totale estraneità”, ha dichiarato il tennista. “Ho vissuto questa esperienza con molta apprensione. Lo stato d’animo in quest’anno e mezzo non era dei più sereni, ma ora sono convinto che andrà bene. Non ho mai scommesso, se qualcuno l’ha fatto non lo so, né ho mai ricevuto denaro”. Per questa vicenda, il tennista ha perso i punti Atp e ora sta giocando solo a livello italiano. “Mi sto allenando”, ha aggiunto, “e sono in forma. Il mio obiettivo è quello di tornare a disputare tornei internazionali”. “E’ anche vero che ho 38 anni”, ha concluso, ma gioco nel doppio e nel doppio l’età si allunga e si corre di meno. Ci proverò”.
Per l’accusa, le scommesse sul tennis si sarebbero svolte dalla fine del 2007 all’estate del 2011. L’inchiesta, nata da una costola del calcioscommesse, ha portato alla luce un giro di partite truccate anche a livello internazionale, toccando anche tornei di Parigi, Monaco di Baviera, Amburgo, Casablanca, Barcellona e Newport.
Per la procura, a cominciare sarebbero stati Bruni e Goretti, sfruttando la conoscenza con Bracciali che avrebbe poi assoldato il collega Starace. Il primo episodio risale al luglio del 2007, quando Goretti e Bruni avrebbero cercato di convincere Bracciali a perdere dopo il primo set al torneo di Newport per la cifra di 60 mila euro. Doppio, in seguito, sarebbe stato il ruolo di Bracciali, che dopo essersi infortunato sarebbe diventato egli stesso reclutatore di campioni italiani disposti a farsi comprare. Altro episodio contestato, l’8 giugno del 2009 a Monaco, quando a Starace sarebbero stati offerti 50.000 euro per perdere la partita. Il 10 aprile del 2011 Starace, in occasione della finale del torneo a Casablanca, sarebbe stato convinto a perdere contro lo spagnolo Andujar in cambio di 300mila euro, mentre il 18 aprile a Barcellona gli sarebbero stati promessi 50.000 euro per truccare il match con il tennista spagnolo Gimeno Traver.
Sara Pizzorni