Cronaca

Nonostante la crisi, in crescita i bimbi nelle scuole d'infanzia

Cremona non risente del calo generalizzato delle iscrizioni negli asili nido e nelle scuole per l’infanzia che invece si sta verificando in molti capoluoghi italiani, a causa innanzitutto della crisi, per cui tra strutture educative valide, ma a pagamento, e nonni si preferiscono questi ultimi. Un caso tra gli altri: nella non lontana Ferrara le domande di iscrizione alle scuole d’infanzia comunali per il prossimo anno scolastico sono state 468, contro le 591 dell’anno precedente. Per i nidi il calo è stato ancora più drastico, 550 contro 717.

“Riguardo ai nidi – spiegano dalle Politiche Educative del Comune di Cremona – i dati non sono disponibili perché le iscrizioni sono ancora in corso, mentre sono disponibili quelli per le scuole d’infanzia. Il numero di richieste di iscrizione complessivo per il 2016/2017 è pari a 343, di cui 22 richieste per sezione grandi, 28 per sezione mezzani, 293 per sezioni piccoli. Con questi nuovi arrivi, gli iscritti totali l’anno prossimo saranno 789, in crescita sia rispetto al corrente anno scolastico (780), sia al precedente 2014/2015, quando erano stati 774”.

Più della metà delle famiglie che mandano i figli nelle scuole d’infanzia comunali hanno redditi bassi: tra gli scaglioni previsti per il pagamento della retta, quello con Isee inferiore ai 10mila euro è il più affollato, il 51,8% e paga 3,75 euro al giorno; seguono gli Isee superiori ai 15mila euro (o che non lo hanno presentato), il 35,9%, con rette di 5 euro al giorno; il 7% degli utenti è esente in quanto seguito dai servizi sociali o disoccupati; il 5,2% presenta Isee medi compresi tra i 10mila e i 15mila euro (retta di 4,5 euro).

Tengono anche i numeri della ristorazione scolastica, affidata dal Comune alla Camst, per le mense nelle scuole comunali e statali: 3157 le famiglie che ne hanno fatto richiesta nel 2014/2015; 3269 nell’anno scolastico in corso.

 

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