CremonaJazz, per il gran finale sul palco Richard Galliano e Philip Chaterine
Sarà un gran finale quello di CremonaJazz 2016, la rassegna organizzata dalla società Unomedia che si avvale del Patrocinio del Comune e della Provincia di Cremona, ha come main partner Metalloinvest, come partner Willis e Air Liquide, con il sostegno di MdV friends e la collaborazione dei Local and Technical Partners Locanda Torriani, Cremona Hotels, Chiave di Bacco e altre importanti realtà imprenditoriali del territorio.
Il concerto di chiusura di CremonaJazz promette di non essere da meno degli altri e questo grazie al talentuoso Richard Galliano, con il suo nuovo progetto “New Jazz Musette”, e ai musicisti che insieme a lui tesseranno dal silenzio le atmosfere e le storie che incanteranno il pubblico presente nello splendido Auditorium Giovanni Arvedi.
Artefice importantissimo di questa maestria del raccontare attraverso la musica, sarà il chitarrista Philip Catherine, classe 1942, nato da padre belga e madre inglese, con un nonno primo violino dell’Orchestra Sinfonica di Londra. Philip inizia presto a mostrare interesse e capacità in ambito musicale: neanche a dirlo, si dedica alla chitarra dopo aver ascoltato Brassens e Django Reinhardt. Da quel momento si apre davanti a lui il panorama della musica jazz anche grazie ai fortuiti incontri che lo porteranno a suonare, giovanissimo, a fianco dei più grandi jazzisti della scena degli anni ’60: Dexter Gordon, Charles Mingus, Jean-Luc Ponty, per citarne alcuni. Sarà proprio Mingus a chiamarlo “il giovane Django”, attribuendogli un’etichetta tanto prestigiosa quanto difficile da sostenere. Ma Catherine non sembra sentirne il peso e a soli 18 anni parte per un tour in Europa con Lou Bennet e nel 1971 fa uscire il suo primo disco “Stream”, seguito da molti altri. Catherine infatti si afferma non solo come brillante chitarrista ma anche come bravo compositore: alcuni dei suoi brani, “Homecomings” e “Nairam” ad esempio, sono diventati ormai famosi.
Gli anni ’80 lo vedono spesso a fianco del grande Chet Baker e gli anni ’90 lo fanno vincitore di numerosi concorsi, come il premio BIRD e il Django d’Oro, a Parigi, come “Miglior artista jazz europeo”. E questo è solo l’inizio di una serie di riconoscimenti che le più grandi istituzioni mondiali gli assegneranno negli anni a venire.
Il suo ultimo lavoro, “Philip Catherine & Strings”, è un nuovo progetto che lo vede impegnato in arrangiamenti dei suoi brani con l’orchestra d’archi. La prima, a gennaio del 2015, è spettacolare e toccante: il quartetto di Catherine suona con l’Orchestra Reale da Camera di Vallonia e il pubblico risponde con diverse standing ovation. Il direttore, Frank Braley, autorizza addirittura l’etichetta ATC – Music a pubblicare la performance in un disco, sempre uscito nel 2015.
Nonostante la sua esperienza nelle sale concertistiche più grandi e prestigiose del mondo Catherine ama tutt’ora suonare nei jazz club, perché sente il pubblico più vicino. Questa sensibilità è sicuramente l’ingrediente fondamentale che, accompagnato al grande talento tecnico, fa di lui un musicista in continua ricerca. La sua libertà e il suo sguardo ampio gli permettono di cercare ancora oggi l’espressività più vera e diretta nella tavolozza di tutti gli stili musicali.
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