Politica

Area Vasta, le categorie economiche dicono di sì a Mantova

Primo tavolo di confronto ufficiale questo pomeriggio in Camera di Commercio tra politici e rappresentanti delle categorie economiche sulla riorganizzazione del territorio lombardo in aree vaste. L’incontro, patrocinato dal consigliere regionale Carlo Malvezzi, ha fatto emergere una sostanziale condivisione all’unione dell’intera provincia di Cremona con Mantova, quel cantone della Valpadana già delineato dal governatore Maroni per il sud della Lombardia.  Il presidente della Provincia Carlo Vezzini ha aggiunto che l’ulteriore inclusione di Lodi sarebbe auspicabile in chiave di bilanciamento demografico delle province del sud Lombardia con le altre aree vaste circostanti. “La Provincia – ha detto Vezzini – ha deliberato il riconoscimento dell’area omogenea cremasca, come richiestoci dai comuni cremaschi. Ma l’area omogenea non è un’istituzione sua propria, con un bilancio proprio. Quando parliamo di riordino del territorio non possiamo non considerare i servizi che oggi sono gestiti in modo unitario su tutto il territorio provinciale, ad esempio l’ATO. Così come il trasporto pubblico locale, con l’Agenzia che include Mantova. I ragionamenti territoriali non possono essere disgiunti dalla gestione dei servizi. Auspico che il futuro disegno del territorio sia caratterizzato da un principio di unità”.

Malvezzi ha dato il via ai lavori sottolineando che “questo pomeriggio è il primo tavolo operativo di confronto tra politici e categorie economiche. Il 20 maggio saremo a Lodi perché nostra intenzione è quella di verificare se quel territorio confermi ancora la volontà già emersa di entrare nell’area metropolitana di Milano. Dai tavoli territoriali vogliamo arrivare ad una proposta unitaria da inviare a Regione Lombardia”. Malvezzi ha espresso il suo punto di vista, ossia mantenere unito il territorio della ex provincia, evitando che il Cremasco si stacchi.

Per il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, “dobbiamo cogliere le opportunità che abbiamo davanti. Il territorio deve restare coeso e unito, perchè proprio nelle sue differenze e specificità sta la nostra forza. Dall’area omogenea cremasca dobbiamo imparare la capacità di dialogare. L’area vasta che si costituirà non dovrà essere un fortino che esclude relazioni con i territori circostanti, ma un’opportunità per intessere rapporti con altri.

Durante l’incontro è stato presentato lo studio di KPMG nel quale si evidenziano le opportunità secondo un profilo istituzionale, secondo le affinità produttive e secondo un profilo socio demografico di tre ipotesi di aggregazione: Cremona-Mantova; Cremona-Lodi; Cremona-Mantova-Lodi. L’affinità maggiore è quella che vede uniti i territori di Cremona e Mantova.

Il presidente dell’Associazione Industriali Umberto Cabini ha appoggiato l’unione tra Cremona e Mantova, senza però escludere le opportunità che potrebbero derivare dall’aggiunta anche di Lodi. Quello che è fondamentale è che i servizi restino qui e che vi siano aree omogenee che portino la voce delle specificità dei singoli territori.

Questi in sintesi, i punti di vista delle altre associazioni presenti:

Cna: auspica un’Area vasta ampia, da Mantova fino a Lodi.

Confcommercio: importante valorizzare le differenze ma in modo paritetico con i territori con cui si va a dialogare.

Ance: Cremona e Crema devono restare unite. Siamo preoccupati di capire quali risorse avranno a disposizione le aree vaste.

Coldiretti: indirizzati verso l’indicazione di una integrazione con Mantova ma anche aperti a considerare Lodi. Le imprese hanno il desiderio che passi principio per cui le risposte delle istituzioni siano ancor più efficienti di adesso. I contrasti politici forse allontanano l’attenzione da questo aspetto.

Asvicom: arrivare a una Area vasta che migliori la competitività per le imprese e garantisca a tutti i territori un presidio amministrativo di funzioni e servizi per evitare a imprese dispendio di risorse e di tempo.

Confesercenti: occorre semplificare e garantire minori costi alle imprese. Si a unione con Mantova e, se non finirà con Città metropolitana, anche Lodi.

Confartigianato: no allo spacchettamento della provincia sia pure dentro un riconoscimento delle specificità del territorio attraverso le aree omogenee.

Cisl e Uil: Lodi ha già espresso la sua scelta di andare con Città metropolitana. Il territorio Cremona-Mantova è un’ipotesi che vediamo con favore. Crema sarebbe debole con Milano e Cremona ugualmente debole con Mantova.

Infine, l’assessore regionale alla Cultura Cristina Cappellini ha evidenziato una grande preoccupazione circa la disponibilità delle risorse. “La Regione si è trovata a fronteggiare i problemi della Delrio, giocando in anticipo con un confronto e una proposta di riordino del territorio”.

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