Ancora grane dal sottopasso Il ricorso della proprietaria dell'immobile 'danneggiato'
Non finiscono i problemi per il sottopasso di via Brescia. Nel ricorso, la proprietaria dell'immobile al centro del contendere chiede un risarcimento di 600.000 euro al Comune e alla Carlo Beltrami per i danni al complesso immobiliare dalla costruzione del sottopasso.
Sarà l’ingegner Mario Falloni il tecnico che il prossimo 28 giugno il giudice Tiziana Lucini Paioni nominerà come consulente nel ricorso di accertamento tecnico preventivo promosso contro il Comune e la Carlo Beltrami Spa da Angela Zilli, proprietaria di un immobile in via Brescia 123, angolo via Cavo Cerca, che chiede un risarcimento di 609.060,00 euro per i danni provocati al suo complesso immobiliare dalla costruzione del nuovo sottopasso di via Brescia. La nomina avrebbe dovuto tenersi già questa mattina, ma la Carlo Beltrami Spa, società che ha effettuato i lavori per conto del Comune, si è costituita nel procedimento di accertamento tecnico preventivo, chiedendo l’autorizzazione a chiamare in causa due istituti assicurativi.
Il prossimo 28 giugno, dunque, all’ingegner Falloni verrà conferito l’incarico per valutare l’entità dei danni provocati dai lavori per il sottopasso all’immobile di proprietà della Zilli. Il consulente sarà affiancato dall’ingegner Marco Pagliarini, nominato dal Comune, e dal geometra Pierluigi Lucchi, nominato dalla proprietaria. Nella causa, il Comune, rappresentato dall’avvocato Enrico Cistriani, si è già costituito in giudizio, mentre gli interessi della Carlo Beltrami Spa sono curati dal legale Giovanni Guareschi. Angela Zilli, invece, è assistita dagli avvocati Maria Laura Quaini e Annamaria Fecit.
L’immobile è un palazzo composto da sei appartamenti, quattro autorimesse e un locale commerciale da trecento metri quadrati. La proprietaria lamenta tutta una serie di danni alle strutture edilizie interne ed esterne che vanno dalle fessurazioni, al deprezzamento dell’immobile derivante proprio dalla costruzione del sottopasso, fino al mancato introito degli affitti degli appartamenti e anche di un esercizio commerciale, con conseguente calo di affari.
Nel ricorso, la proprietà stima un danno materiale di 24.060 euro, da aggiungere a 15.000 euro di danni da mancato utilizzo, e cioè i conseguenti disagi che la proprietà dovrà subire durante il ripristino delle strutture. Ci sono poi i danni da deprezzamento e da perdita di pigioni: “L’eliminazione del passaggio a livello e la costruzione del sottopasso”, si legge nel ricorso, “hanno causato danni temporanei e permanenti alla proprietà: danno temporaneo da 60.000 euro derivante dalla riduzione e futuro mancato introito dei canoni di locazione, e danno permanente da 450.000 euro per la svalutazione dell’immobile causata dalla futura non commerciabilità del piano terra ed interrato”. Senza contare il “danno conseguente al pagamento degli oneri locali per possesso dell’immobile” quantificato in 60.000 euro.
Secondo la difesa della Carlo Beltrami Spa, nulla è dovuto alla proprietà per quanto riguarda il deprezzamento, il mancato utilizzo dei locali e le mancate pigioni, essendo la società il mero esecutore dei lavori. Non solo: L’impresa, che peraltro, come ha fatto sapere la difesa, è assicurata, non si considera responsabile nemmeno per i danni materiali, che comunque sono quantificati in una somma modesta.
Sara Pizzorni