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Galimberti: 'Le linee guida per far rientrare Aem dal debito nei prossimi 5 anni'

E’ definito il piano per il rientro del debito di Aem Spa, in vista dell’asseverazione da parte del professionista incaricato, che avverrà presumibilmente entro i primi di giugno. Sarà il consiglio comunale a doversi esprimere sulle modalità di questo risanamento, attraverso l’approvazione delle linee guida che dovranno portare all’estinzione dei debiti per circa 100 milioni, nell’arco dei prossimi cinque anni. Un passaggio delicato, che vedrà un primo momento il prossimo 11 maggio, con l’esame, in Ufficio di presidenza, della delibera approvata nell’ultima seduta di Giunta. E’ qui che viene dettagliata la rigida cura dimagrante che riguarderà l’Aem del prossimo futuro: non più l’azienda che faceva mutui per realizzare reti idriche all’avanguardia, ma adesso quella che cede queste stesse reti alla neonata Padania Acque eliminando in tal modo 40 milioni di euro di ratei passivi e incamerandone 20 come corrispettivo per il valore residuo. Non più l’azienda che riparava le buche, gestiva i semafori e i servizi del sottosuolo, facendo pagare poco o nulla al Comune; non più la società che acquistava dallo stesso Comune le aree dell’ex macello, versando in cambio denaro liquido. Non più, infine, la società che dava utili al Bilancio comunale attraverso dividendi annui anche di qualche decina di migliaia di euro, ma una società che, quest’anno, si vedrà ‘abbuonare’ poco più di due milioni dal suo azionista: il Comune ha appena iscritto a Bilancio, alla voce voce crediti di dubbia esigibilità, 1,8 milioni in dividendi non incassati nelle annualità pregresse.
Il quadro dipinto venerdì 6 maggio in una conferenza stampa convocata dal sindaco Gianluca Galimberti per spiegare le linee guida, è “un atto di grande assunzione di responsabilità, anche personale”, da parte dei due attori in gioco (il Comune e la sua patrimoniale) per consentire ad Aem di andare avanti e ripartire. Di più, ha aggiunto il presidente in carica Massimo Siboni: “Non stiamo lavorando solo per pagare i debiti, anche se questo è il fronte sul quale ci siamo dovuti necessariamente impegnare fin da subito. Una volta risanato il debito, l’auspicio è che Aem torni ad essere la società che darà utili al Comune. Al momento non può farlo, con 3,5 milioni di costi finanziari all’anno, ma fra cinque anni contiamo di sì”.
Tra i pilastri dell’operazione di rientro dall’esposizione finanziaria, rientra la vendita (già avvenuta, per 5,5 milioni di euro) del lotto dell’area ex macello su cui sorgerà il Polo Tecnologico, operazione da cui il Comune si aspetta un rilancio industriale nel settore delle tecnologie digitali; l’accordo Lgh – A2A, operazione “di partnership industriale tra le più rilevanti della nostra regione e non solo”; l’afferimento del patrimonio idrico a Padania Acque, anche in ossequio alla legge che impone che le reti siano cedute al gestore unico (Padania è partecipata da tutti i Comuni della provincia); trasferimento nella newco Servizi per Cremona srl di tutte quelle attività strumentali che Aem forniva al Comune (segnaletica stradale, spazzamento neve, manutenzione strade e sottosuolo), per un valore di 2.3 milioni. “Il Comune – ha detto Galimberti – si assume la responsabilità della piena copertura di questi costi, a differenza di quanto è accaduto in passato e cioè una non piena remunerazione dei contratti che ha inciso nel peggioramento dei conti di Aem”. Va detto che è anche la legge Madia, citata dallo stesso sindaco, ad imporre alle aziende pubbliche di ripianare i propri debiti.

Nelle linee guida rientrano anche altre strategie future: ad esempio la vendita (dopo averle acquistate dal Comune, anni fa) delle restanti aree dell’ex macello e dell’ex mercato ortofrutticolo (8 milioni e 500mila euro); la vendita delle azioni di Autostrade Centropadane (2,9 milioni); la vendita delle azioni di A2A che arriveranno ad Aem dopo il closing dell’operazione con Lgh. Insomma, della vecchia Aem resterà quasi soltanto la gestione dei parcheggi, l’attività più remunerativa d’altra parte, dopo che anche il 51% di Km è stato ceduto ai privati di Arriva. Quanto all’illuminazione pubblica, la gestione verrà messa a gara con l’impegno, da parte dell’aggiudicatario, di un completo rinnovamento impiantistico con conseguenti risparmi sui costi energetici.
“Di fronte alle estreme difficoltà in cui si trovava l’azienda – ha detto Galimberti – abbiamo avviato un percorso faticoso di risanamento, con la prospettiva di un rilancio. Lo stiamo facendo come atto di responsabilità nei confronti dell’azienda, a cui vogliamo che sia garantita continuità, e dei lavoratori. Non si tratta infatti di un piano di risanamento fine a se stesso ma di azioni che consentano all’azienda di rilanciarsi”.

Il debito complessivo di Aem a fine 2014 ammontava a 109 milioni di euro, di cui la maggior parte (oltre 60 milioni) con istituti bancari; 30 milioni nei confronti di Lgh, la holding a cui a suo tempo erano stati conferiti asset industriali importanti, tra cui anche la fatturazione delle bollette energetiche. Operazioni che, insieme ad altre, hanno determinato la sofferenza nei flussi di cassa che ha appesantito la situazione di Aem nei confronti dei creditori e ha gravemente compromesso la capacità di fare impresa.

gbiagi

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