Cronaca

I diritti di istruttoria diventano a pagamento, l'opposizione insorge

I diritti di istruttoria diventano a pagamento: dai 25 ai mille euro per un servizio che prima non si pagava. Come l’avvio di lavori con Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), che è il meno costoso (fino a 25 euro, appunto), o il procedimento autorizzativo semplice (fino a 30 euro), fino ad arrivare al procedimento autorizzativo con Conferenza di servizi regionale, il cui costo arriva fino a mille euro. La decisione della Giunta è stata comunicata ieri pomeriggio durante la commissione, con una vera e propria levata di scudi da parte dell’opposizione. “L’ennesimo balzello che va a gravare sulle spalle di chi lavora. Non possimo accettare l’ennesimo strumento per fare cassa alle spalle dei cittadini” ha attaccato il consigliere comunale Federico Fasani (Ncd).

Dello stesso parere anche Carlalberto Ghidotti (Fi), secondo cui “i commercianti sono già abbastanza vessati, assurdo tassarli ulteriormente”. Parere negativo anche da parte della Lega, rappresentata dal consigliere Alessandro Fanti, mentre si sono astenuti Lucia Lanfredi (M5S) e Luigi Amore (Obiettivo Cremona). Dalla parte della maggioranza, l’assessore Barbara Manfredini ha spiegato che non si tratta di nuove tasse, come ha ribadito anche Michele Bufano (Fnlc) ma di “un aggiornamento dei diritti di istruttoria, che dal 1981 non sono mai stati aggiornati. In quell’anno si pagava l’equivalente di 0,50 centesimi di euro. Considerando il processo di informatizzazione che sta caratterizzando gli uffici in questi anni e alcuni servizi che dalla Provincia passano in gestione al Comune di Crmona, crediamo che tale adeguamento sia ragionevole”.

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