Cultura

Il cremonese Bergamaschi racconta il bosco che vive d'arte al Trento Film festival

Parigino ormai da 12 anni, ma cremonese di nascita ed ispirato dalle montagne trentine, Luca Bergamaschi, classe '75, regista e montatore, è in questi giorni tra Cremona e Trento per la presentazione del documentario ‘Arte Sella, la città delle idee’, nell'ambito del Trento Film festival. GUARDA IL TEASER

Parigino d’adozione, ma cremonese di nascita ed ispirato dalle montagne trentine, luoghi che ha esplorato anche quando studiava Sociologia a Trento. Luca Bergamaschi, classe ’75, regista e montatore, è in questi giorni a Cremona per la presentazione del documentario ‘Arte Sella, la città delle idee’, nell’ambito del Trento Film festival, uno dei più importanti festival internazionali dedicati alla montagna e alla natura. Il documentario di poco meno di un’ora, realizzato insieme alla collega Katia Bernardi, è una intensa descrizione per immagini di un luogo magico della Valsugana, che da quasi trent’anni ospita una sorta di museo all’aria aperta continuamente in evoluzione, con opere che nel bosco vengono concepite e col bosco interagiscono. Oltre 300 artisti si sono avvicendati nel corso degli anni, dando vita ad opere d’arte ‘effimere’, realizzate cioè con materiali naturali e pertanto deperibili.

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Luca Bergamaschi
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Katia Bernardi

“L’idea in origine è partita dalla collega con la quale collaboro da tempo, originaria del Trentino”, spiega Bergamaschi. “Arte Sella nasce come risposta idealistica alla catastrofe di Chernobyl; il suo ideatore e direttore artistico ha pensato che tramite l’arte ci possa essere una riposta a catastrofi di questa portata. Si tratta infatti di riflettere sul rapporto tra uomo e natura, progresso e decrescita, in un periodo storico nel quale la natura sembra ormai volersi ribellare allo strapotere dell’uomo”.
Il documentario esplora questa realtà attraverso immagini e la viva voce di quattro artisti: Luc Schuiten, un visionario architetto belga, Reiner Gross, artista berlinese; Floriano, falegname e capo cantiere; ed Emanuele Montibeller, direttore artistico di Arte Sella, che raccontano un anno trascorso tra difficoltà pratiche e sfide creative con l’obiettivo comune di creare opere d’arte con e per la natura.
Il documentario è stato proiettato la prima volta il 30 aprile nella sezione Orizzonti Vicini del Festival e sarà replicato il 5 maggio, per poi prendere la via dei circuiti documentaristici più accreditati (in luglio, ad esempio, al festival del turismo responsabile di Bologna). Il Trento Film Festival è di per sé un trampolino di lancio qualificato, mostrando i migliori documentari, film di fiction e cortometraggi che hanno per scenario montagne e regioni estreme del mondo, allo scopo di raccontare il rapporto affascinante e complesso tra uomo e natura.
Bergamaschi continua così il suo percorso cinematografico di impegno sociale partito proprio a Cremona nel 2004, con il lungometraggio “Finché vivrò – Noi siamo i cremonesi”, realizzato per l’Arci e la Provincia di Cremona. Il suo ‘lancio’ vero e proprio è avvenuto nel 2009, con il documentario sulla ‘Fabbrica degli invisibili’ di Sloi, a Trento, sempre in collaborazione con Katia Bernardi, che racconta nascita e tragiche conseguenze per ambiente e lavoratori dell’impianto sorto in epoca fascista per produrre piombo tetraetile e successivamente divenuto rifugio per disperati. Un lavoro che è valso ai due autori diversi premi in concorsi dedicati a temi di analisi sociale e diffuso anche da History Channel.

g.biagi

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Un fotogramma di “ArteSella, la città delle idee”

 

 

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