25 aprile: corteo, piazza e a sorpresa le campane della Cattedrale
25 aprile con sorpresa: la scampanata dalla Cattedrale interrompe il cerimoniale. "L'ho fatto per far sentire la presenza di una parte che resta un po' ai margini di questa festa nazionale", spiega il parroco mons. Franzini
Hanno avuto il culmine come sempre in piazza del Comune i festeggiamenti per il 25 aprile a Cremona, iniziati alle 9 al Cimitero con la Messa e la deposizione di corone d’alloro alle vittime civili della guerra, ai fratelli Di Dio, ai soldati trucidati a Cefalonia e Corfù, ai cremonesi caduti durante la Resistenza. Il successivo corteo da san Luca si è svolto pacificamente, con la presenza in coda dei centri sociali che per tutta la durata del corteo hanno gridato cori contro i partiti di Governo, rivendicando anche gli imbrattamenti alle sedi della Lega Nord e del Pd. Dietro di loro, le bandiere dei partiti di sinistra.
Sul palco, le autorità civili (tra gli altri: sindaco Galimberti, presidente della Provincia Vezzini, senatore Pizzetti), oltre al rappresentante della Consulta degli Studenti Klein Tahiraj e la presidente nazionale dell’Anda (Associazione nazionale Divisione Acqui) Graziella Bettini. Appena prima dell’inizio dei discorsi, un piccolo fuoriprogramma: un minuto, non di più, di scampanata a distesa dalle campane del Torrazzo, che hanno interrotto il prologo del capo del cerimoniale del Comune, Marco Manfredini, il quale aveva appena inizio a parlare al microfono. La volontà era di “far sentire alla piazza la presenza e la partecipazione della Cattedrale e di ciò che rappresenta, nella festa laica del 25 aprile”, ci ha spiegato Mons. Alberto Franzini, parroco di S. Maria Assunta, che ha avuto l’idea. Il suono delle campane ha stupito per un attimo i partecipanti perché giunto senza preavviso e con un suono nitido, al contrario degli amplificatori collegati ai microfoni delle autorità, scarsamente comprensibili.
“L’ho fatto per manifestare la partecipazione della Chiesa Cattedrale ad una festa dalla quale mi sembra che sia un po’ lasciata ai margini”, spiega ancora don Franzini. “Le campane hanno suonato per un minuto esatto, non di più e abbiamo aspettato ovviamente che finisse la musica della banda. In questo modo si è voluto anche ricordare il sacrificio dei preti caduti nel ‘triangolo rosso’ durante quelle giornate e ricordare il sangue dei vinti”.
Una iniziativa però non concordata con il gabinetto del sindaco e dichiaratamente improvvisata. “Ho spiegato le motivazioni a quelli che erano in Chiesa”, precisa don Franzini.
Parroco che parla con franchezza di un 25 aprile da cui “una parte del mondo cattolico non dico che sia esclusa, ma resta un po’ dimenticata”. Come opinione personale, aggiunge che “non dovrebbero esserci bandiere di nessuna parte politica per festeggiare il 25 aprile” e che andrebbe attentamente riletto “Il sangue dei vinti”, il libro di qualche anno fa di Giampaolo Pansa, che per la prima volta in maniera mediaticamente forte, poneva l’accento sulle atrocità dei partigiani nel contesto della guerra civile che funestò l’Italia dopo la Liberazione.