Cronaca

Aemilia, concluso processo in abbreviato. Lamanna condannato a 12 anni

Operazione Aemilia: 58 le condanne inflitte agli imputati che avevano chiesto di essere processati con il rito abbreviato. Tra essi, anche Francesco Lamanna, cutrese residente a Cremona, condannato a 12 anni. Assolto Vincenzo Migale, cutrese residente a Castelvetro.

Francesco Lamanna
Francesco Lamanna

Operazione Aemilia: oggi, dopo sette ore di camera di consiglio, il gup di Bologna Francesca Zavaglia ha inflitto 58 condanne agli imputati che avevano chiesto di essere processati con il rito abbreviato. Tra essi, anche Francesco Lamanna, cutrese residente a Cremona, condannato a 12 anni di reclusione. Era accusato di essere uno dei promotori dell’associazione mafiosa. Tredici le assoluzioni, tra cui quella incassata da Vincenzo Migale, cutrese residente a Castelvetro Piacentino. L’accusa per lui ruotava attorno ad una somma di denaro destinata all’associazione mafiosa. Il boss Nicolino Grande Aracri, a cui non era stata imputata l’associazione mafiosa, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi. Assolto il fratello, l’avvocato Domenico Grande Aracri.
Al centro dell’inchiesta, che a gennaio 2015 portò a 117 arresti, un’organizzazione ‘ndranghetistica che, seppur legata alla famiglia Grande Aracri di Cutro, agiva con forza autonoma e localizzata, con epicentro a Reggio. Prima di Natale era stato rinviate a giudizio 167 persone, ma gran parte dei vertici dell’associazione ha optato per l’abbreviato.
La pena più alta sono i 15 anni inflitti a Nicolino Sarcone, ritenuto dalla Dda il capo dell’organizzazione ‘Ndranghetistica emiliana, legata alla Cosca Grande Aracri. Poi gli altri capi: oltre a Lamanna, Alfonso Diletto, 14 anni e due mesi, Romolo Villirillo 12 anni e 2 mesi e Antonio Gualtieri 12 anni, quest’ultimo cugino di Lamanna; tra le più pesanti anche la pena per l’imprenditore Giuseppe Giglio, da poco divenuto collaboratore di giustizia: 12 anni; 10 per il commercialista Donato Clausi.
Otto anni e otto mesi per la fiscalista bolognese Roberta Tattini, accusata di concorso esterno, mentre il marito Fulvio Stefanelli e il collaboratore Giovanni Summo sono stati assolti. Giulio Gerrini, il capo dell’ufficio tecnico del Comune di Finale Emilia, è stato condannato a due anni e quattro mesi. I poliziotti Domenico Mesiano e Antonio Cianflone sono stati condannati rispettivamente a otto anni e sei mesi e nove anni e quattro mesi; il giornalista Marco Gibertini a nove anni e quattro mesi. Per i risarcimenti a Regione e Comuni reggiani, è di 600mila euro la provvisionale immediatamente esecutiva disposta a favore della Regione Emilia-Romagna, parte civile. Provvisionali da 150mila euro ciascuno andranno invece alla Provincia di Reggio Emilia e ad alcuni Comuni del Reggiano, anche questi parte civile.

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