Meno soldi per gli impianti sportivi. Sozzi: 'Non vogliono investire nel settore'
E’ polemica sulla scelta dell’amministrazione comunale di tagliare le risorse destinate al settore ‘sport e tempo libero’, nel bilancio di previsione 2016: si prevedono infatti 268mila euro di finanziamenti in meno per quella voce di bilancio, per un totale di -19%. “E’ una questione di scelte” evidenzia il consigliere comunale Andrea Sozzi (Obiettivo Cremona), che durante la discussione sul bilancio, in Consiglio comunale (svoltosi lunedì a partire dalle 10 di mattina e durata tutto il giorno) ha attaccato duramente queste scelte. “Sto frequentando il corso organizzato dal Panathlon. ogni giovedì sera, in veste di allievo, per capire il valore sociale ed educativo dello sport, anche in chiave di contrasto al bullismo. Ebbene questo giovedì mi incatenerò davanti all’ingresso, perché non ne posso più di sentire parlare di quanto sia importante l’attività sportiva e poi vedere che in bilancio tagliano i fondi per il settore. Ci stanno prendendo in giro?”. Una provocazione che vuole richiamare l’attenzione su una scarsa considerazione su questo settore.
Sozzi evidenzia che “ancora oggi il capitolo di bilancio che stiamo esaminando si chiama ‘Sport e tempo libero’. Lo sport non è tempo libero è tempo impegnato. L’amministrazione deve fare delle scelte. Allora dica chiaramente che non vuole investire in questo settore. Perché se tagliano nello sport e dall’altra parte nel bilancio vengono stanziati 940mila euro in più per i servizi istituzionali, generali e gestionali, significa che si sono fatte scelte precise”. Secondo il consigliere, “parlano di sport, ma non ci credono davvero”.
Intanto anche tra le società sportive cremonesi si respira un vento di protesta, in quanto l’amministrazione ha incrementato i canoni di affitto alle società sportive, alcune delle quali sembra abbiano addirittura minacciato di riconsegnare all’amministrazione comunale le chiavi degli impianti che hanno in gestione. “Il bilancio prevede un incremento delle entrate da canoni di occupazioni di spazi e aree pubbliche permanenti del 44% entro il 2017: prevedono infatti di incrementare tali introiti di 400mila euro. In questa voce ovviamente figurano anche gli affitti degli impianti sportivi, il cui canone è già stato aumentato e a quanto pare aumenterà ancora” continua Sozzi.
La polemica si estende però anche al settore della disabilità, strettamente legato a quello dello sport. “L’amministrazione si fa bella con il progetto Exportabile, ma non ha fatto altro che prendere delle esperienze già in essere sul territorio e racchiuderle in questo contenitore” evidenzia Sozzi. “Le società sportive continuano a fare un sacco di lavoro con i disabili, ma anche con altre realtà, su richiesta del Comune, senza prendere un euro. Anzi, spesso devono anche coprire le spese”.
Nessun taglio al settore, invece, secondo l’assessore alla partita Mauro Platè “La riduzione della spesa sul capitolo non rappresenta un disinvestimento sullo sport ma il frutto di alcuni interventi di efficientamento, realizzati con le stesse società sportive, puntando su una maggiore attenzione agli sprechi. Non è un taglio che va a compromettere l’attività sportiva di Cremona, anzi. Abbiamo chiesto alle società sportive una maggiore responsabilizzazione. Vogliamo passare da un regime in cui si sosteneva lo sport attraverso il pagamento delle utenze a un regime in cui lo sport si sostiene con la promozione delle iniziative”. Platè si dice invece d’accorso con Sozzi sulla dicitura “sport e tempo libero”. “Condivido l’idea che non sia più il caso ad affiancare lo sport al tempo libero: si sta infatti pensando di inserirlo nelle politiche educative, cosa che ci porterà a nuove progettualità” conclude l’assessore.
Per quanto riguarda gli impianti sportivi, è intervenuto anche Andrea Virgilio, assessore al Patrimonio:“Ci siamo trovati con l’esigenza di riordinare i rapporti con un associazionismo molto diffuso. Abbiamo messo gradualmente a sistema questo rapporto per evitare che rispetto ad alcuni canoni passivi le associazioni non dovessero trovarsi dall’oggi al domani a sborsare cifre significative. Ma ci sembrava giusto razionalizzare questi rapporti”.
Laura Bosio