Cronaca

Omicidio via Capra, l'appello L'imputato è malato, non è in grado di stare in giudizio

“Incapacità di stare in giudizio”. E' quanto ha dichiarato il perito sulle condizioni di salute di Angelo Pelucchi, 76anni, l’imprenditore bresciano condannato in primo grado a 12 anni per l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi del pensionato Guido Gremmi.

Nella foto, a sinistra l'imputato, la scena del delitto e la vittima

“Incapacità di stare in giudizio e legittimo impedimento”. Questo il risultato dell’esame dell’esperto incaricato dai giudici della corte d’assise d’appello di stilare una perizia su Angelo Pelucchi, 76anni, l’imprenditore bresciano condannato in primo grado a 12 anni per l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi del pensionato Guido Gremmi, 76 anni, di Cremona, investito e ucciso in seguito ad una lite viabilistica. Da tempo Pelucchi ha seri problemi di salute, tanto che il procedimento d’appello nei suoi confronti ha subito diversi rinvii. Nella scorsa udienza i giudici di Brescia avevano incaricato un perito di verificare le condizioni di salute dell’imputato, e oggi in aula l’esperto ha depositato la sua relazione. Sia mentalmente, che fisicamente, Pelucchi non è in grado di affrontare il procedimento. Al termine dell’udienza di oggi è stato fissato un nuovo rinvio al prossimo 21 ottobre per un aggiornamento sul quadro clinico dell’imputato. Il fatto era accaduto il 19 novembre del 2011 in via Capra a Cremona. L’imprenditore bresciano, a bordo di un’Audi Q5, aveva investito e ucciso la vittima al termine di un diverbio legato ad un parcheggio riservato ai disabili. In primo grado i legali della difesa avevano puntato sul delitto colposo, escludendo il dolo nella condotta dell’imprenditore.  Niente a che vedere, secondo loro, con la volontà di investire Gremmi, nè tantomeno di ucciderlo. Il giudice, invece, aveva accolto la tesi dell’accusa. L’imputato, processato con il rito abbreviato, era stato condannato nell’ottobre del 2013 dal gup Letizia Platè a 12 anni. La famiglia della vittima era già stata risarcita.

LA STORIA

Era sabato. Pelucchi si trovava a Cremona per la Festa del Torrone. Alle 17 aveva posizionato la sua Audi Q5 nel parcheggio per disabili di via Capra, un posto riservato a Bruna Dondi, convivente di Gremmi, residente nella vicina via Plasio. Dopo venti minuti era tornato e ad aspettarlo c’era Gremmi, appena rientrato con la compagna dalla spesa. Aveva portato le borse in strada e poi era sceso perchè lo spazio riservato alla compagna era occupato. Aveva chiamato i vigili urbani e intanto se l’era presa con l’imprenditore bresciano che intanto era salito in auto e aveva acceso il motore. Gremmi non voleva farlo andar via. Aveva preso a pugni il cofano dell’auto e urlava al bresciano di scendere. A quel punto Pelucchi aveva ingranato la retro per farsi largo e uscire. Poi era ripartito, nonostante avesse il pensionato davanti a sè. In maniera repentina e a fortissima velocità, così come raccontato da alcuni testimoni, Pelucchi aveva investito il pensionato ed era fuggito. Si era costituito il giorno dopo ai carabinieri di Brescia ai quali aveva detto: “quando sono partito ho sentito un rumore e ho pensato di aver sbattuto la macchina che era davanti a me. Arrivato alla fine della via ho guardato dallo specchietto retrovisore e ho visto l’uomo in terra”. Pelucchi non era tornato indietro, la paura aveva avuto la meglio.

Sara Pizzorni

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