Economia

Tavolo del latte, nulla di fatto: da domani comparto potrebbe piombare nel caos

Ancora nulla di risolto, dopo il tavolo del latte svoltosi ieri a Mantova per parlare di quanto accadrà dal primo aprile, quando le aziende di trasformazione smetteranno di ritirare le materie prime alle stalle. Si parla di circa 2.800 quintali di prodotto in esubero al giorno (pari allo 0,6% della produzione di latte della Lombardia). Una situazione che rischia di mandare in crisi numerose aziende zootecniche del territorio. Lo ha ricordato l’assessore regionale Giovanni Fava durante il tavolo, che ha visto la partecipazione di tutte le parti in causa, dalle organizzazioni agricole fino ai consorzi di tutela di Grana Padano e Parmigiano Reggiano e le organizzazioni dei produttori.

Neppure stavolta però sono emerse soluzioni concrete, se non che la filiera dovrà cercare di assorbire il prodotto in eccesso, affinché i produttori non siano costretti a gettarlo via, con grave danno economico. “Auspico che già il 31 marzo  – ha aggiunto Fava – la filiera possa presentare proposte operative di immediata applicazione, perché temo conseguenze anche a livello di ordine pubblico. Alcuni allevatori infatti invitano a boicottare i marchi di alcune multinazionali con sede tra Lombardia ed Emilia, il livello di esasperazione è alto. L’allerta deve essere massima, noi ci faremo carico della nostra parte”.

Molte le accuse nei confronti del ministero, da parte dell’assessore. Tra cui quella di avere illuso i produttori con un accordo trimestrale che garantiva un prezzo di 36 centesimi al litro all’acquisto, cui il ministero avrebbe aggiunto un centesimo al litro di risorsa pubblica: Questo ha portato ad un incremento della produzione. Così dal primo di aprile, quando scade l’accordo ministeriale scade e la contrattazione torna libera, il rischio è che il comparto piombi nel caos.

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