Il postino suonerà sempre meno. La corrispondenza sarà a giorni alterni
Da lunedì anche in Lombardia la posta sarà distribuita a giorni alterni. Si parte da Bergamo e Pavia. A Cremona le modifiche scatteranno dal 16 maggio. Da giugno Crema e casalasco.
Dal 2010 era stata sospesa la distribuzione della corrispondenza al sabato, ora l’introduzione dei giorni alterni. Il postino suonerà sempre meno.
Anche in Lombardia cambiano le zone di competenza dei singoli portalettere. A Cremona le zone di recapito passeranno dalle attuali 172 a 132. Tradotto: i postini si dovranno occupare della distribuzione della corrispondenza in zone molto più ampie dove sarà impossibile passare tutti i giorni. Di conseguenza la posta sarà distribuita a giorni alterni.
A Cremona città e zone limitrofe la novità sarà introdotta dal 16 maggio. Cremasco e casalasco dal 13 giugno. Il resto della provincia con Soresina e dintorni, dal 27 giugno.
Con la creazione di un nuovo super postino chiamato plus, sarà garantita la distribuzione tutti i giorni per raccomandate urgenti e quotidiani, ma non ovunque.
Per le zone meno abitate infatti, anche i quotidiani arriveranno ogni due giorni, con un record: considerando che il nuovo sistema di consegna della posta si svolge su base bisettimanale, quando la distribuzione avverrà il giovedì, per il giro successivo bisognerà aspettare il lunedì, ben 4 giorni.
La rivoluzione è partita da qualche settimana in Emilia dove si registrano già disagi e un super lavoro per i portalettere.
A Parma, secondo quanto denunciano i sindacati, sarebbero ferme in filiale ben quattro tonnellate di corrispondenza tra cui bollette, raccomandate ordinarie e atti giudiziari
La rivoluzione andrà a regime in tutta italia entro il 2017 e riguarderà 5.267 Comuni, nei quali risiede il 23,2% degli italiani. In Lombardia si parte lunedì 4 aprile con Bergamo e Pavia, e si concluderà in gennaio con Brescia. Escluse le aree metropolitane come Milano.
La manovra sarà in gran parte indolore dal punto di vista occupazionale.
In Lombardia si prevedono 760 esuberi, ma in realtà si tratta in gran parte di contratti a tempo determinato che non saranno rinnovati, o di lavoratori con meno di 5 anni alla pensione che potranno godere del fondo di solidarietà delle poste; per altri è prevista la ricollocazione in altre mansioni.
Il provvedimento previsto della legge di Stabilità 2015, ha l’obiettivo di garantire la sostenibilità nel lungo periodo del servizio postale i cui volumi di consegna sono calati negli ultimi 10 anni del 40%. La più grande impresa pubblica italiana con 143mila dipendenti, rischia un buco tipo Alitalia se non si corre ai ripari da qui la necessità, secondo i vertici di Poste italiane, di razionalizzare il personale e aumentare le tariffe.
Giovanni Palisto