Cronaca

A 53 anni muore di Sla l'ex calciatore Paolo List

La sclerosi laterale amiotrofica ha fatto un'altra vittima tra i calciatori: Paolo List, nato a Casalbuttano il 2 maggio 1963, se n’è andato il giorno di Pasquetta.

La stronza alla fine si è presa anche lui, anche Paolo List. L’aveva ribattezzata così Stefano Borgonovo, il campione di Fiorentina e Milan che contro la Sla, la stronza, come la chiamava appunto, aveva combattuto divenendo simbolo di coraggio e forza d’animo, contro una malattia degenerativa, la sclerosi laterale amiotrofica, che ha colpito nel corso degli anni molti sportivi, in particolare calciatori.
Paolo List, nato a Casalbuttano il 2 maggio 1963, se n’è andato il giorno di Pasquetta, nella riservatezza cui aveva abituato anche gli amici e i parenti più stretti, nonostante il carattere affabile e amichevole, che lo aveva spinto ad aprire un bar a Ripalta Cremasca, una volta terminata la carriera da calciatore. List si era ammalato di Sla tre anni fa, dopo essere stato una bandiera cremonese e cremasca del calcio ad altissimo livello. Non vide mai la serie A, ma la sfiorò più volte e quando la conquistò sul campo, nel 1990-1991 con la maglia del Foggia, in fondo, si sentì comunque calciatore da massima serie.
Terzino a volte spostato anche qualche metro più avanti, tutti ricordavano in campo la “castagna” di List, quei proverbiali calci franchi che fecero di lui uno dei difensori più prolifici. Non a caso, dopo l’esordio in serie C1 con la maglia del Pergocrema, a Novara, l’8 giugno 1979, passò al Foggia nel 1983, anche se per sognare grandi traguardi era ancora presto. Seguendo la gavetta che un tempo forgiava davvero i calciatori, anche i più talentuosi, List indossò ancora le maglie di Jesi in C2 e Monopoli in C1, poi nel 1988 a Foggia iniziò per lui l’ascesa. Poi arrivò Zemanlandia. Il primo miracolo che l’allenatore boemo regalò al calcio italiano vedeva proprio List in campo, terzino destro con Codispoti suo corrispettivo a sinistra e Francesco Mancini in porta. Mitici quegli anni, anzi quell’anno, il 1990-1991, con il torneo di serie B dominato e con 8 reti in due campionati, quasi tutti su punizione, bottino più che onorevole per un difensore.
Il passaggio al Bologna segnò un paio di anni bui, chiusi nel 1993 con la retrocessione dei felsinei in C1, dopo avere sfidato anche la Cremonese in quel campionato cadetto, mentre la carriera professionistica si chiude a Palazzolo nel 1995-1996 con 28 presenze e 2 reti.
Da lì la scelta di non abbandonare comunque il pallone, passando dalla Soresinese di Danilo Bertelli e poi pure a Ripalta, dove aprì un bar, come detto, e indossò pure la maglia della Ripaltese, condotta a 40 anni dalla Terza alla Seconda categoria. Una carriera longeva per una vita spezzata troppo presto. Anche in questo caso, come troppo spesso accade nel calcio e nello sport, per colpa della stronza…
Giovanni Gardani

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