Cronaca

Tenta di uccidersi in cella: detenuto salvato in extremis da un agente

Ennesimo tragedia sfiorata al carcere di Cremona, dove un detenuto rumeno ha tentato di uccidersi in cella, salvato in extremis dal tempestivo intervento di un agente di polizia penitenziaria. Proprio ieri il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe aveva diffuso i numeri delle criticità penitenziari della Lombardia, da cui risultava appunto che via Ca’ del Ferro aveva il primato lombardo per i tentati suicidi.

“L’insano gesto non è stato consumato per il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari” denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. “Soltanto grazie all’intervento provvidenziale dell’agente di sezione si è evitato che l’estremo gesto avesse conseguenze. L’ennesimo evento critico accaduto nel carcere di Cremona è sintomatico di quali e quanti disagi caratterizzano la quotidianità penitenziaria”.

“Mi preoccupa questo nuovo grave episodio nel carcere di Cremona, che è quello della Lombardia con il più alto numero di tentati suicidi tra i detenuti della Regione” continua Capece. “Abbiamo in più occasioni segnalato al dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma le significative disfunzioni e inconvenienti che riflettono sulla sicurezza e sulla operatività della Casa Circondariale di Cremona e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una grave carenza di organico ma una organizzazione del lavoro assolutamente precaria e fatiscente, legata anche al fatto che non vi è un direttore titolare ma uno in missione da altro istituto, per altro con significate spese di bilancio”.

“Per fortuna delle Istituzioni, gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere – come a Cremona – con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”, conclude il segretario regionale lombardo del Sappe, Alfonso Greco. “Ma non si può e non si deve ritardare ulteriormente la necessità di adottare urgenti provvedimenti: non si può pensare che la gestione quotidiana delle costanti criticità delle carceri lombarde e del Paese (oggi affollate comunque da quasi 53mila detenuti) sia lasciata solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia, sotto organico di 7mila unità e penalizzati dalla Legge di stabilità 2016 che ha bocciato l’assunzione straordinari di 800 nuovi agenti”.

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