Corruzione: Barclays ritira la querela, prosciolti il manager Bonaldi e l'ex ad della banca
La corte d’appello di Milano ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di De Stasio, ex amministratore delegato di Barclays Bank Italia, e di Bonaldi, imprenditore di Soresina. La banca ha rimesso la querela, estinguendo il reato di corruzione tra privati.
La seconda sezione penale della corte d’appello di Milano ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Vittorio Maria De Stasio, ex amministratore delegato di Barclays Bank Italia, e di Aldo Bonaldi, l’imprenditore di Soresina che ha costruito una fortuna nel mondo delle fonti energetiche rinnovabili. La banca, infatti, ha revocato la costituzione di parte civile e ha rimesso la querela, estinguendo, di fatto, il reato di corruzione tra privati.
Nel marzo del 2015, in primo grado, i due imputati erano stati condannati dal tribunale di Milano a due anni e otto mesi di carcere ciascuno. Secondo l’accusa, De Stasio avrebbe prestato soldi della banca all’imprenditore cremonese per oltre 15 milioni di euro, e in cambio avrebbe ricevuto, sui conti presso la Ubs di Lugano, 175 mila euro. De Stasio, in sostanza, avrebbe favorito la posizione di quattro società di Bonaldi anche dopo aver saputo che il manager era coinvolto in un procedimento penale a Crotone per una presunta truffa di 11 milioni di euro ai danni dell’Unione Europea.
A De Stasio erano contestati alcuni finanziamenti erogati alla Immobiltecno di Bonaldi: 2,5 milioni di euro nel 2007 e 80.000 nell’anno successivo. La società avrebbe pagato solo sette rate sulle 60 emesse dalla banca. Sempre nel 2007, De Stasio avrebbe affidato per 2,5 milioni anche un’altra società del gruppo Bonaldi, la Italiana commissionaria legnami, trasformatasi poi in Biocombustibili, aumentando il fido prima a cinque e poi a 10 milioni di euro, senza però accorpare le pratiche per non dover ricevere il via libera dalla sede centrale di Londra.
De Stasio era stato denunciato dalla stessa Barklays che ora ha rimesso la querela dopo il raggiungimento di un accordo transattivo stragiudiziale tra le parti. De Stasio ha sempre respinto le accuse, così come ha sempre fatto anche Aldo Bonaldi, che ha fatto sapere di aver predisposto all’epoca dei fatti un piano di rientro ma che i pagamenti da lui effettuati non erano stati accettati dalla banca in quanto considerato denaro riciclato nell’ambito dell’inchiesta di Crotone, un procedimento che però non è ancora arrivato a sentenza.
Nel 2009 Bonaldi era finito al centro di “Energopoli”, presunta truffa per la mancata realizzazione del contratto di programma di Scandale per la costruzione di una centrale a turbogas. Per il manager e per altri imputati, ai quali la procura di Crotone contesta i reati di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, falso, truffa aggravata e malversazione, è stato chiesto il rinvio a giudizio, ma lo stesso gup Vladimiro Gloria per ben due volte ha trasmesso gli atti al pm affinchè modifichi i capi di imputazione “per meglio determinare l’accusa con specifico riferimento ai ruoli rispettivamente attribuiti” a Bonaldi e agli altri coimputati.
“La procura ha avuto anni di tempo per contestarmi un’accusa precisa, e non lo ha ancora fatto, ancora oggi non riesco a capire di cosa sono accusato, è una vergogna”. Dichiarazioni che il manager aveva rilasciato a Cremonaoggi il 6 novembre scorso. Oggi Aldo Bonaldi, che nel 1998 si era trasferito nel Principato di Monaco e che ha girato il mondo per lavoro, vive stabilmente a Tunisi dove è tornato ad occuparsi di impianti legati alle fonti rinnovabili.
Sara Pizzorni