Nuove aree vaste: dialogo a distanza Piloni-Malvezzi e rimpallo di responsabilità
Riforma Costituzionale e cancellazione Province: nervi tesi tra Piloni (Pd) e Malvezzi (Ncd) sul ruolo di autonomie locali, Regione e Governo nella delicata transizione verso le Aree Vaste. Discordi anche sul cronoprogramma delle norme.
AGGIORNAMENTO – Matteo Piloni, segretario provinciale Pd e assessore all’Urbanistica di Crema, interviene sulle dichiarazioni di Carlo Malvezzi, consigliere regionale Ncd e presidente commissione Affari Istituzionali in merito al dibattito in corso sul riassetto territoriale delle ex Province.
“Malvezzi si è talmente specializzato ad intervenire su qualsiasi argomento – afferma Piloni – che ogni tanto dovrebbe anche soffermarsi a riflettere sulle cose che dice. E lo diciamo senza offesa alcuna, ma solo con preoccupazione, visto il ruolo di Presidente della Commissioni Affari Istituzionali che ricopre in Regione. Quella stessa commissione che è chiamata a discutere della definizione territoriale delle aree vaste/omogenee.
E’ altrettanto evidente che Malvezzi, nel tentativo di nascondere l’assoluta assenza della Regione su questa importante partita, cerchi di scaricare le responsabilità sul territorio, sui sindaci e sul PD. D’altronde 11 province e 11 capoluoghi su 12 sono governati dal centrosinistra e la Regione ha cercato di mettere i territori, impegnati nella gestione di questa delicatissima fase, contro il Governo. Si ricordano bene gli amministratori le risorse destinate a Sondrio, unica provincia amministrata dal centrodestra, e il silenzio sulle altre province. Silenzio che purtroppo sta proseguendo su altre delicate partite, come quella sui fondi per la disabilità, sulle risorse sul trasporto pubblico, sulle risorse sulla formazione, solo per citarne alcune di competenza regionale. O la colpa è del PD e dei sindaci?
Partiamo da un fatto. Come su molte partite, anche la competenza di disegnare le aree vaste ed omogenee è della regione. Di nessun altro.
Finalmente, dopo mesi di inattività, anche la Regione si è accorta che la partita è importante. Prima facendo la proposta dei “cantoni” lombardi, poi annunciando un tour nei territori per raccogliere proposte. Meglio tardi che mai. In attesa di questa consultazione, nel frattempo la Regione ha però definito le Governance di importanti realtà come l’Aler, la Sanità, il Tpl, muovendosi in maniera disordinata. Sarebbe stato molto più utile che la regione prendesse fin da subito in mano questa partita, invece che giocare sulla propaganda, così avere tutto il tempo per immaginare, insieme ai territori, i nuovi confini territoriali e le competenze conseguenti.
“L’attività dei sindaci, di Cremona e Crema in testa e del Presidente Vezzini sono lì a dimostrare che su queste partite non bisogna stare fermi e ci sono territori che si stanno organizzando, legittimamente ed autonomamente, per immaginare il proprio futuro. Vezzini costruendo relazioni con le province limitrofe, con l’obiettivo di poter condividere, anche nel futuro, alcuni servizi; Galimberti partendo dal tessere relazioni con i Comuni della cintura, dimenticati negli anni in cui Malvezzi era vice sindaco di Cremona ed assessore all’urbanistica, materia di vera e propria pianificazione territoriale; Bonaldi giocando il proprio ruolo di riferimento di un territorio che ha una sua forza e una sua storia, oltre che una sua ambizione.
“E il PD? – conclude Piloni – Da tempo ha preso in mano questa partita, intravedendo molte opportunità. Ed è per questo che ha già avviato un percorso di confronto ed ascolto con il territorio e le rappresentanze economiche e sociali dell’intera provincia. Con l’unico obiettivo di dare il proprio contributo a formulare una proposta che sia utile e arrivi dai nostri territori. In attesa di sapere che ruolo vuole giocare, oggi, la Regione. Con buona pace di Malvezzi”.
LA CONTROREPLICA DI MALVEZZI – Di tutt’altra opinione il consigliere Malvezzi, che non fa attendere la propria replica, confutando l’idea di essere male informato: “Ciò che ho imparato in questi anni di attività politica – scrive Malvezzi – è di documentarmi prima di esprimere giudizio o valutazioni politiche. Esattamente il contrario di quanto fatto oggi dal Segretario del PD. È quindi il caso di fare un po’ d’ordine nella selva dei pensieri in libertà.
L’iter delle riforme istituzionali non è concluso. La legge di revisione della nostra carta costituzionale è stata recentemente approvata in seconda lettura dal Senato della Repubblica e si presume lo sarà anche dalla Camera dei Deputati per la metà del mese di aprile 2016. Considerato che difficilmente il testo sarà approvato dai 2/3 del parlamento, nel prossimo mese di ottobre si dovrebbe tenere il referendum confermativo dal cui esito dipenderà il destino della riforma. In caso di esito positivo si giungerà alla soppressione delle province quali soggetti costitutivi della Repubblica ed alla previsione, sia pur relegata tra le norme finali dell’arte. 40 del disegno di legge costituzionale, del mantenimento degli enti di area vasta, definizione introdotta dall’infelicissima legge Del Rio.
La disciplina di tali enti e’ riservata alla Stato per i profili ordinamentali generali, da attuarsi mediante legge ordinaria, la cui attuazione competerà alle Regioni.
Dalla semplice lettura delle date sopra riportate appare del tutto evidente che il complesso percorso delle riforme si concluderà presumibilmente alla fine del 2016. Regione Lombardia pertanto non solo non è in ritardo, ma al contrario sta svolgendo un ruolo pro-attivo nei confronti dello Stato, avendo già definito un articolato e paziente lavoro di ascolto dei protagonisti istituzionali ed economici dei diversi territori. È questo lo scopo del Comitato delle Riforme voluto dal Presidente Maroni già riunitosi il 19 gennaio che formulerà una proposta di lavoro. Questo percorso è stato oggetto di condivisione da parte di tutti i componenti della Commissione Affari Istituzionali che ho l’onore di presiedere, compresi i membri di minoranza. Già nel mese di marzo anche i nostri amministratori avranno la possibilità di confrontarsi con i referenti Regionali e dare il proprio contributo.
Sarebbe quindi il caso che il Segretario del PD, prima di lasciarsi andare in giudizi superficiali, dedichi qualche tempo allo studio o più semplicemente faccia una telefonata al Sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti. Riceverà informazioni preziose e forse qualche consiglio che gli eviterebbe tali brutte figure”.