Cronaca

Emergenza idrica, Malvezzi: 'Non si esclude la possibilità di richiedere stato di crisi'

“Una situazione che certamente è migliorata rispetto allo scorso novembre ma che non ci mette al riparo da una mancanza d’acqua che continua a minacciare le coltivazioni lombarde. Proprio per questo non è da escludere che il presidente Maroni possa chiedere lo stato di crisi”. Questo, in sintesi, è quanto emerso dal Tavolo dell’Acqua tenutosi oggi in Regione Lombardia. “Le piogge verificatesi nel recente periodo – ha spiegato Carlo Malvezzi, consigliere regionale Ncd – hanno migliorato leggermente la situazione, ma la crisi resta lontana dall’essere risolta, anche perché la previsione delle precipitazioni dei prossimi mesi è in linea con l’andamento stagionale. Allora la richiesta dello stato di crisi può essere certamente una strada da percorrere, anche per garantire una deroga che porti a una riduzione del deflusso minimo vitale dei fiumi Adda e Oglio in modo da ottenere una portata d’acqua sufficiente a ridurre gli impatti negativi sulle coltivazioni”. Altro passo garantito per l’immediato futuro è l’istituzione di un Tavolo permanente sulla situazione idrica. “L’assessore Terzi ha garantito che quanto richiesto dal sottoscritto in una mozione approvata dal Consiglio regionale sarà presto operativa. Il Tavolo permanente servirà a monitorare con cadenza periodica la situazione idrica e le eventuali soluzioni da porre via via in essere”.

All’incontro hanno partecipato anche il presidente della Provincia di Cremona, Carlo Vezzini, e il consigliere provinciale con delega all’Agricoltura, Alberto Sisti. Presenti al tavolo di confronto a Palazzo Pirelli, convocato dall’assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del Suolo, Viviana Beccalossi, con gli assessori regionali all’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile Claudia Terzi e all’Agricoltura Giovanni Fava, i portatori di interessi della Lombardia, tra cui i gestori dei bacini idrici, Arpa Lombardia, Aipo, Urbim, Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri della Lombardia, Consorzi. Nel corso della riunione è emerso, come ha riferito l’assessore Beccalossi, che il volume di acqua invasata nei laghi è ancora inferiore alla metà rispetto a quello della media del 2006/2015. Problemi in vista quindi per la programmazione colturale con situazione idrica incerta e non prevedibile. Osservatorio regionale allertato per le prossime decisioni da assumere rispetto ad emergenze che si paleseranno. L’assessore regionale Terzi ha confermato le preoccupazioni nonostante i dati siano in crescita mediamente con un +54 per cento, ma molto al di sotto rispetto agli anni precedenti, annunciando l’attivazione di un tavolo permanente di crisi idrica su indicazione del consigliere regionale Malvezzi.

Infine l’assessore regionale Fava ha posto l’attenzione sulla gestione del Dmv, in connessione all’eventualità anche della possibile decisione per lo stato di crisi, tema che andrebbe condiviso con più Istituzioni e soggetti territoriali. “I territori insieme a tutti i portatori di interessi sono molto preoccupati. Se il meteo non verrà in aiuto, sarà necessario predisporre misure tecniche urgenti, anche sul Dmv, oltreché finanziarie di aiuto al reddito alle imprese e di sostegno ai Consorzi”, hanno precisato il presidente Vezzini e il consigliere provinciale Sisti. Emergenza superata, quindi, ma non risolta. Il prossimo 23 marzo prossimo incontro del tavolo regionale della crisi idrica. Sulla questione interviene anche Coldiretti Lombardia, secondo cui “le ultime piogge e nevicate sono un segnale positivo ma non risolvono la crisi idrica che si sta verificando durante questo inverno, uno dei più caldi e secchi che si ricordino. Rispetto alla media 2006-2015 il deficit idrico è ancora al 44% per i laghi e al 40% per la neve –spiega la Coldiretti regionale su dati Arpa – mentre dal punto di vista delle temperature in Lombardia, dopo mesi, come novembre, dicembre e gennaio, anche febbraio  si è ‘scaldato’, soprattutto sulle temperature minime: nella prima decade 2,1 gradi in più e nella seconda decade 0,6 gradi sopra la media, mentre le massime sono rimaste complessivamente in linea.

Confermano quindi in “trend rialzista” registrato a dicembre con massime superiori di 2,4 gradi rispetto alla media e a gennaio di 0,3 gradi in più”. Per quanto riguarda la precipitazioni “a gennaio è caduto il 50% di acqua in meno rispetto alla media del periodo, a dicembre il 91% in meno mentre lo scorso novembre le precipitazioni si sono ridotte di oltre l’88%” spiega l’associazione. “Non sappiamo ancora se le prossime settimane riusciranno a farci recuperare le scorte idriche che ancora mancano, considerato che ad esempio nel lago Maggiore l’acqua aumenta ma perché il deflusso è ridotto al minimo, mentre gli altri invasi sono ancora sotto la media del periodo – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – l’incognita vera è cosa succederà all’inizio dell’estate quando bisognerà irrigare tutte le colture in campo: dal mais al pomodoro, dagli ortaggi alla frutta”. L’inverno che stiamo vivendo – continua la Coldiretti – è anomalo anche sotto il profilo delle temperature. Il 2015, si è classificato in Italia come l’anno più bollente della storia recente con una temperatura superiore di 1,42 gradi la media di riferimento. Il risultato è che in alcune zone d’Italia sui banchi dei mercati di Campagna Amica gli agricoltori vendono già il carciofo romanesco in anticipo di quasi un mese e le prime fragole, mentre broccoli, cavolfiori, cime di rapa, insalate e radicchio tardivi sono diventati precoci con un anticipo di almeno tre settimane.

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