Economia

Il commercio precipita: male soprattutto e-commerce, alimentare e bar

Situazione tragica per il commercio cremonese. A dirlo sono i dati dell'Osservatorio di Confesercenti, che evidenziano come "emerga un quadro preoccupante, per quanto riguarda i settori del turismo e del commercio nella nostra provincia" spiega Giorgio Bonoli, direttore di Confesercenti Cremona.

Situazione tragica per il commercio cremonese. A dirlo sono i dati dell’Osservatorio di Confesercenti, che evidenziano come “emerga un quadro preoccupante, per quanto riguarda i settori del turismo e del commercio nella nostra provincia” spiega Giorgio Bonoli, direttore di Confesercenti Cremona. “Basti pensare che il dato relativo agli esercizi del turismo a livello provinciale è del -2,3%, mentre relativamente al commercio si parla di un -2,2%”. La situazione è ancora più drammatica se si guarda al commercio cittadino: nel settore alimentare, il commercio al dettaglio registra un -5,3%, contro un -0,8 a livello Lombardo e un -0,2%. Nel settore non alimentare il dato è in negativo ma almeno in linea con la Regione: -2%.

Tornando ai dati provinciali, vediamo un calo degli alloggi turistici (-3,8%, quando in Lombardia il calo è pari a zero) e dei bar (-3,4%). In città invece i bar calano del 2,6%: le aperture sono state 16, a fronte di ben 24 chiusure. Nell’alimentare ci sono state 4 nuove aperture contro 9 chiusure. Il non alimentare ha invece registrato 24 nuovi negozi a fronte di 32 chiusure.

Lascia perplessi anche il dato sull’e-commerce: “A fronte di città come Brescia che registrano un importante sviluppo, a Cremona si parla addirittura di un -36,4% (-12% in Provincia)” evidenzia ancora Confesercenti. “A far molto riflettere, è il fatto che l’unico settore con un trend positivo è il commercio degli ambulanti: si parla di un +2,7% in provincia e addirittura un +7,6% in città. Cinque sono le attività che hanno chiuso, per 14 che hanno aperto”.

“Le problematiche sono numerose” spiega Bonoli. “A partire dal caro affitti: in Italia un negozio su quattro risulta sfitto. A Cremona questo problema è acuito da prezzi davvero altissimi per i negozi del centro storico. A questo proposito, stiamo portando avanti alcune proposte, che abbiamo sottoposto all’amministrazione comunale: dai canoni concordati, alla cedolare secca anche per i negozi. In più stiamo pensando di mettere in campo un’iniziativa che è già stata fatta a Brescia, denominata Brescia Open, che qui si verrebbe ribattezzata come Cremona Open. Si tratta di tenere aperte la saracinesca dei negozi vuoti, lasciandoli illuminati e magari utilizzandoli per esporvi mostre e cose simili. Il Comune potrebbe offrire il proprio contributo per l’illuminazione, i commercianti vicini potrebbero occuparsi di alzare e abbassare le saracinesche e associazioni vari potrebbero riempire gli spazi vuoti. In questo modo si otterrebbe un vantaggio per tutti, compresi i proprietari dei negozi vuoti, che in questo moto li renderebbero più appetibili per eventuali nuovi affittuari”.

Del resto a Cremona “serve un cambio di marcia” conclude Bonoli. “Questi dati parlano chiaro: la nostra situazione è decisamente peggiore di quella nazionale e regionale. Con numeri così spaventosi, dobbiamo fare qualcosa”.

lb

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