Cronaca

Vendevano auto vecchie truccando contachilometri, scoperto gruppo criminale

Associazione per delinquere, truffa, insolvenza fraudolenta ed evasione fiscale: queste le accuse nei confronti di un sodalizio criminale che operava tra Cremona, Mantova e Brescia.

Associazione per delinquere, truffa, insolvenza fraudolenta ed evasione fiscale: queste le accuse nei confronti di un sodalizio criminale che operava tra Cremona, Mantova e Brescia, smantellato oggi dalla Polizia Stradale e la Polizia Giudiziaria di Mantova, insieme alla Guardia di Finanza di Castiglione delle Stiviere. L’indagine, nell’ambito dell’operazione denominata ‘Chilometro Zero – Remax’, ha portato all’esecuzione di cinque provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dal Gip presso il Tribunale di Mantova, su richiesta della locale Procura della Repubblica, oltre al sequestro di alcune imprese commerciali e di saldi attivi su conti correnti e libretti al portatore, nonché all’esecuzione di numerose perquisizioni domiciliari e personali, nei confronti di 15 soggetti indagati per i reati di associazione per delinquere, truffa, insolvenza fraudolenta ed evasione fiscale.

Le operazioni di P.G. in argomento hanno visto la partecipazione di circa 50 agenti. Il sodalizio criminale era dedito, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, alla truffa ai danni di clienti privati, cui venivano venduti – come se fossero di recente produzione – dei veicoli in realtà obsoleti. Le auto in questione, importate dall’estero, avevano infatti una elevatissima percorrenza chilometrica reale (180.000/220.000 km), ma venivano rivendute previa fraudolenta riduzione dei chilometri indicati (fino a 50.000/70.000 Km), dopo essere state anche oggetto di abbellimenti estetici e meccanici. Una delle officine in cui venivano svolte le operazioni di ‘taroccatura’ si trova in provincia di Cremona.

Tali attività, volte a rendere particolarmente interessanti i veicoli, venivano effettuate da compiacenti ditte specializzate nei lavori di carrozzeria, di meccanica e di taratura di dispositivi analogici o digitali. I principali canali di vendita delle autovetture erano i siti internet specializzati. Oltre alla truffa in danno degli ignari acquirenti, veniva, altresì, acclarata un’ingente evasione fiscale, perpetrata mediante il sistema di frode, anche attraverso la creazione di soggetti economici solo formalmente di diritto estero (austriaco e croato) e che ha consentito di sottrarre alla tassazione notevoli ricavi prodotti in Italia e godere del profitto conseguente dall’evasione procurata. In particolare, i soggetti economici -per i periodi d’imposta 2012-2014- hanno omesso di dichiarare ricavi per circa 6.858.005,64 euro, e Iva dovuta per 1.405.145,96 euro. Gli accusati hanno inoltre omesso la contabilizzazione di operazioni imponibili, per l’annualità 2015, per 1.980.700 euro. Nel solo anno 2015, con le modalità sopra descritte, il sodalizio criminale risulta avere venduto oltre 250 vetture.

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