Cronaca

Ex Asl, per i lavoratori molte incertezze su accorpamento funzioni

Esiste una città nella città, a Cremona, ristrutturata interamente con soldi pubblici, che dal primo gennaio non ha più un ‘padrone’. Si tratta dell’ex Villa Salus di via Belgiardino, in origine ospedale psichiatrico, dove nel corso dell’ultimo decennio si sono concentrate tutte le attività amministrative e sanitarie dell’Asl. Un’azienda che oggi, però, non esiste più, cancellata dalla legge di riforma regionale della Sanità e accorpata con Mantova nella nuova Ats, dove ha sede la direzione generale. Che fine facciano gli uffici di supporto all’attività amministrativa (ad esempio il legale, o l’ufficio del personale) è ancora un mistero. Di certo, i grandi spazi elegantemente ristrutturati nella palazzina centrale dell’ex villa Salus, sede della direzione generale, risultano oggi abbondantemente sovradimensionati. Per ora il personale è rimasto tutto al proprio posto, ma in molti temono che si tratti di una situazione temporanea, in vista di un trasferimento, soprattutto per le funzioni trasversali alle due aziende oggi diventate una sola.

Sono un centinaio i lavoratori fino a 31 dicembre dipendenti Asl, che dal 1 gennaio sono entrati nell’organico delle due aziende ospedaliere della provincia, Asst di Crema e Asst di Cremona, ad esempio il personale del Serd (servizio dipendenze, che si occupa di alcolisti, ludopatia, tossicodipendenza) e quello dei consultori. “Per ora queste assegnazioni sono provvisorie – spiega Sabrina Negri, segretaria di categoria della Funzione Pubblica Cgil – Da un punto di visto pratico per loro non è cambiato niente (nel senso che sono rimasti nelle rispettive sedi di lavoro, ndr) ma ci sono alcuni temi che dovremo affrontare. Sono lavoratori transitati da un’azienda all’altra, ma portandosi dietro il contratto precedente. Aspetti come il contratto integrativo, il livello, l’inquadramento, i fondi, andranno sicuramente rivisti per adeguarli a quelli della nuova azienda. Ci sono diversi livelli di trattativa, a cominciare dal tavolo regionale, al quale partecipano anche i sindacati, che si riunisce per cominciare a declinare vari capitoli importanti”. C’è poi un livello locale di contrattazione, che entrerà nel vivo dopo che i nuovi direttori generali (quello dell’Asst di Cremona è Camillo Rossi; quello dell’Ats Aldo Bellini) avranno approvato il piano di organizzazione aziendale, presumibilmente a primavera. “In questa fase – continua Negri – stiamo mantenendo i contatti e sollecitando la ripresa dei confronti. Siamo in una fase delicata, all’interno di un contesto nazionale anch’esso delicato, per un settore che da otto anni aspetta il rinnovo del contratto. Le organizzazioni sindacali di categoria, congiuntamente ai sindacati confederali, hanno in ballo un confronto importante, che verte su molti aspetti tra cui, cruciale, quello dell’estrema necessità di incrementare gli organici. C’è un fabbisogno drammatico di personale, tanto più se si vuole dare attuazione al rispetto di quanto prevede la legge”. E’ la battaglia della Cgil per il riconoscimento del ‘giusto orario’ (diritto al riposo, sancito anche da normativa europea) e per  il rispetto del dettato della legge 36 del 2003, che fissa limiti massimi di ore lavorate, oltre i quali è necessario effettuare il riposo. Ad esempio le undici ore consecutive di riposo ogni 24 ore lavorate. per quasi tutti gli operatori della sanità, quasi un’utopia.

g.biagi

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