Cronaca

Controlli Siae a Carnevale, in arrivo multe per alcuni oratori

I passaggi della questione sono ancora in via di sviluppo, l'unica certezza al momento è che il Carnevale per alcuni oratori della Diocesi di Cremona è stato complicato.

di Federica Priori

I passaggi della questione sono ancora in via di sviluppo, l’unica certezza al momento è che il Carnevale per alcuni oratori della Diocesi di Cremona è stato complicato. L’agenzia di Soresina, mandataria di zona per conto della Siae, ha effettuato controlli a tappeto nel territorio e trovato irregolarità nelle tre parrocchie del Comune di Castelverde (Costa Sant’Abramo, San Martino in Marzalengo e Castelverde) rispetto alle feste organizzate a Carnevale. Secondo la Società Italiana degli Autori ed Editori non sarebbero state pagate le quote per la diffusione in pubblico di musica durante i singoli eventi in maschera per i bambini, l’ammontare della multa però – così come i dettagli della questione – si conosceranno soltanto nei prossimi giorni quando i sacerdoti incontreranno l’ispettore di zona.

La normativa al riguardo si rifà al protocollo stipulato anni fa tra Cei e Siae al quale la Diocesi di Cremona aderisce e che garantisce alle realtà oratoriali uno sconto di circa il 25% sulle quote; il protocollo però, stabilisce che le cifre da pagare per i singoli eventi siano scaglionate a seconda del numero di abitanti, ossia del numero complessivo di potenziali fruitori della musica, perciò rischiano di essere comunque elevate. O sproporzionate: magari in un determinato paese i cittadini sono duemila, ma i bambini ai quali la sfilata di Carnevale per esempio è dedicata sono una ventina. La normativa in vigore c’è e va rispettata, tuttavia sorge spontanea una riflessione: festa della mamma a maggio, presepe vivente a Natale, sono moltissimi i momenti dell’anno che si prestano a diventare eventi di aggregazione e crescita per i più piccoli; le casse parrochiali tuttavia languono quasi ovunque, pertanto se i costi di gestione sono così elevati, non si rischia di dover diminuire il numero di feste oppure di chiedere un sacrificio ingente ai parrocchiani con le offerte?

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