Juliette: falso, calunnia e tentata concussione, per l'ex appuntato chiesti 4 anni
Davanti al gup anche i due bresciani accusati di aver portato le squillo nel locale: per Matteo Pasotti il pm Messina ha chiesto due anni e otto mesi, mentre per Emilio Smerghetto già concordato il patteggiamento a due anni e otto mesi di reclusione.
di Sara Pizzorni
E’ tornato sul tavolo del gup Andrea Milesi il caso ‘Juliette’, il locale cremonese finito nell’occhio del ciclone per un giro di droga e di squillo. Davanti al giudice sono state discusse le posizioni dell’ex appuntato dei carabinieri di Vescovato Massimo Varani e del bresciano Matteo Pasotti, entrambi processati con il rito abbreviato. Per Emilio Smerghetto, l’altro bresciano coinvolto nell’inchiesta, è stato invece già concordato il patteggiamento a due anni e otto mesi di reclusione.
Per l’ex appuntato, l’unico ad essere presente in aula, il pm Francesco Messina, dopo una requisitoria di circa due ore, ha chiesto una pena di quattro anni. Si tratta di una parte di inchiesta non legata ai business illeciti del Juliette. L’ex carabiniere era stato arrestato insieme al suo superiore, l’ex maresciallo Andrea Grammatico, con le accuse di falso, calunnia e tentata concussione in concorso. In questo processo è stato accorpato anche il procedimento militare che lo riguarda.
A contestare le accuse è stato il suo difensore, l’avvocato Massimiliano Capra, che ha chiesto l’assoluzione sia per l’accusa di falso che per quella di tentata concussione. Già il tre luglio scorso, nell’interrogatorio davanti al gip Letizia Platè, Varani si era difeso, raccontando che lui e Grammatico avevano fermato un indiano trovato in possesso di 0,3 grammi di eroina.
I due militari lo avevano segnalato al Sert e in quell’occasione Grammatico aveva chiesto con enfasi all’indiano il nome dello spacciatore. Una settimana più tardi, Grammatico aveva ordinato a Varani di andare a prelevare l’indiano per portarlo in caserma e stilare il verbale. Davanti al giudice, Varani aveva ammesso di aver preparato l’atto e di averci apposto la data, ma aveva disconosciuto il verbale finito nell’inchiesta, dicendo che il testo era lo stesso, ma che la data era diversa e la firma non era sua. “Perché ci sia il reato di concussione”, ha spiegato oggi l’avvocato Capra, “è necessario che siano stati messi in atto comportamenti minacciosi. Comportamenti che non riguardano il mio cliente, ma il suo stesso superiore, che Varani, tra l’altro, non poteva contraddire”.
“Non si capisce neppure”, ha continuato l’avvocato Capra, “quale motivo avrebbe avuto il mio assistito per commettere i reati che gli sono contestati. Diversamente dal maresciallo Grammatico, infatti, non ha mai voluto fare carriera, quindi non c’era per lui alcun vantaggio pratico”.
Assoluzione è stata chiesta dalla difesa anche per il reato di calunnia, e cioè l’accusa di aver effettuato un arresto illegale per resistenza a pubblico ufficiale. “Secondo noi”, ha spiegato il legale, “la resistenza c’era”. I due ex carabinieri avrebbero dovuto arrestare un uomo accusato di violenza sessuale. Secondo quanto raccontato nel luglio scorso dallo stesso Varani, il soggetto era ubriaco e aveva aggredito sia lui che il suo superiore. Una volta fermato, l’uomo, che aveva continuato a dare in escandescenze, era stato ammanettato nell’auto di servizio. All’attenzione degli inquirenti c’è però la frase che Grammatico nell’intercettazione ambientale aveva detto al collega: ‘Ma dove l’avresti preso il calcio ? Al ginocchio ?’. Parole che per l’accusa dimostrano che l’assenza del reato di resistenza.
Due anni e otto mesi è invece la pena chiesta dal pm per Matteo Pasotti, accusato, insieme all’altro bresciano Emilio Smerghetto e ai cugini cremonesi Luca e Marco Pizzi, titolari del Juliette, di aver favorito la prostituzione nel locale, procurando le ragazze squillo, chiamate nelle intercettazioni ragazze “giuste” o ragazze “sportive”. Le giovani, pronte a vendersi con tariffe tra i 400 e i 1.000 euro, erano per la maggioranza italiane. Molte le studentesse universitarie. Nel recente passato, Pasotti a Brescia è stato tra i coordinatori del club Forza Silvio, costola di Forza Italia.
La sentenza dei due riti abbreviati, compresa la definizione del patteggiamento di Smerghetto, sarà emessa il prossimo 10 marzo.
Per quanto riguarda gli altri imputati, l’ex maresciallo Andrea Grammatico, che nell’inchiesta è anche accusato di aver portato all’interno del locale la cocaina, i cugini Pizzi e David Mazzon, imprenditore nel settore dei locali, ex titolare del Tabù di Vescovato, lo scorso dicembre è partito il processo con il giudizio immediato davanti al collegio presieduto dal giudice Maria Stella Leone con a latere i giudici Francesco Sora ed Elisa Mombelli. Andrà invece direttamente a dibattimento, Ilham El Khalloufi, moglie marocchina di Marco Pizzi, accusata di aver favorito la prostituzione nel locale.