Chernobyl 30 anni dopo Tracce radioattive sparite dal nostro territorio
26 aprile 1986: il reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl esplode durante una fase di lavorazione. Chernobyl ha lasciato tracce di sé anche nei terreni di Cremona e della sua pianura, anche se di fatto l'emergenza durò soltanto qualche settimana.
di Giovanni Rossi
26 aprile 1986: il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl esplode durante una fase di lavorazione. Nell’atmosfera viene catapultata una quantità di materiale radioattivo pari a nove volte quello della bomba di Hiroshima. I venti dei giorni successivi lo spinsero in mezza Europa…Chernobyl ha lasciato tracce di sé anche nei terreni di Cremona e della sua pianura, anche se di fatto l’emergenza durò soltanto qualche settimana. A distanza di trent’anni abbiamo parlato con Bruno Sacchi, già responsabile della sezione radioprotezione dell’Arpa di Cremona, ormai chiusa a causa di accorpamenti e che era stata attivata in concomitanza con l’avvio della centrale nucleare di Caorso per effettuare il monitoraggio sulla contaminazione di cibi e terreni. Allo stato attuale, quindi, i dati vengono ancora raccolti almeno due volte l’anno, ma per le relative analisi vengono spediti a Bergamo, distaccamento della sede regionale di Milano. Ebbene, la situazione oggi può dirsi risolta, nonostante fino a cinque anni fa nel terreno cremonese si trovassero ancora tracce di cesio, sostanza artificiale radioattiva. Le uniche tracce radioattive che sporadicamente vengono individuate sono legate invece ai rilievi fatti sulle acque di ingresso e di uscita dei depuratori, legate esclusivamente agli scarichi ospedalieri..nulla di imputabile a Chernobyl. Secondo i dati in possesso dell’Arpa, poi, qualche minima traccia di cesio viene individuata nella raccolta delle acque piovane, ma anche in questo caso in tracce minime e con cadenza sempre più rara, non in grado di destare preoccupazione. È il cosiddetto fenomeno del fall out. Un tassello che rimane indimenticabile nella storia dell’umanità e a distanza di trent’anni ancora fa discutere..sul nostro territorio, però, l’emergenza può dirsi definitivamente conclusa.