Si è costituito Alfonso Mandile Partecipò alla sparatoria di via Carducci
Per quei colpi esplosi che ferirono alla mano R. S. sulle scale del suo condominio era già stato arrestato Davide Gianfreda, 33 anni, ritrovato a Brindisi e portato in carcere dopo due mesi di fuga.
di Giovanni Gardani
CASALMAGGIORE – Si è costituito martedì sera, tornando a casa dai genitori dopo una lunga latitanza, Alfonso Mandile, 27 anni di Vicomoscano, accusato di complicità nella sparatoria di via Carducci, quando venne ferito, per fortuna non mortalmente, R. S., 23enne di Casalmaggiore. Era il 20 settembre scorso.
Per quei colpi esplosi che ferirono alla mano il giovane sulle scale del suo condominio era già stato arrestato Davide Gianfreda, 33 anni, ritrovato a Brindisi e lì poi portato subito in carcere dopo quasi due mesi di fuga, dato che l’arresto avvenne il 15 novembre. Ma Alfonso Mandile era assieme a Gianfreda al momento dell’agguato, all’alba, e i carabinieri lo stavano cercando. Come conferma il Maggiore dei carabinieri di Casalmaggiore Cristiano Spadano, le ricerche diramate su tutto il territorio nazionale ed europeo (il ragazzo ha parenti in Svizzera) hanno dato l’esito sperato. “Da quanto abbiamo compreso – spiega il comandante della stazione casalese – Mandile ha sentito il cerchio stringersi e così alla fine ha capito che la cosa migliore era costituirsi”.
Un atto compiuto lo scorso martedì, quando Alfonso all’improvviso è tornato a casa dai genitori, i quali lo hanno poi portato, assieme all’avvocato, alla caserma di via Cavour di Casalmaggiore. Da lì il 27enne è stato poi tradotto al carcere di Cremona, dove si trova tuttora in attesa di processo. Mandile ha già precedenti per spaccio di stupefacenti e per rapina, messa a segno ai danni dell’ortofrutta Genovesi e Anversa di Sabbioneta. Pare che lo stesso Mandile non abbia esploso i colpi, facendo però da complice a Gianfreda: in ogni caso sarà il processo a chiarire le responsabilità dei due ragazzi.
Si chiude così, per il momento e in attesa del corso della giustizia, con due provvedimenti restrittivi un caso che scosse l’opinione pubblica del comprensorio e di Casalmaggiore in particolare. Un esito che conferma la bontà delle prime sensazioni: le ricerche, infatti, sin dall’inizio, dopo le indicazioni di R. S. sopravvissuto all’agguato, si erano da subito concentrate su Vicomoscano. Lì Mandile era stato subito cercato ma non si era fatto trovare: la sua latitanza, che pare sia stata concentrata tra Sud Italia e Svizzera, è terminata quattro mesi dopo.