Cronaca

In cinque anni calati del 33% gli utenti dei bus cittadini

E' il calo più vistoso della Lombardia, dopo quello di Sondrio, avvenuto tra 2008 e 2013 secondo un'analisi del Centro Ricerche Continental.

Riusciranno i tedeschi di Deutsche Bahn a risollevare le sorti del trasporto pubblico cremonese? A pochi giorni dall’acquisizione del 51% di Km messo in vendita da Aem Spa, emerge che i passeggeri sui bus cittadini sono scesi del 33% nei cinque anni che vanno dal 2008 al 2013. Lo dice un’elaborazione su dati Istat del Centro Ricerche Continental, rilanciata in questi giorni da molti quotidiani nazionali e locali. Tra i capoluoghi di provincia lombardi il calo di Cremona è il più eclatante dopo quello di Sondrio (-50%). Seguono Lodi (-24,9%), Mantova (-24,8%) , Lecco (-19,5%) e Varese (-11,3%). Chiudono Pavia (-7,8%) e Milano (-4,8%); tendenza inversa, invece, a Como e Bergamo, dove gli utenti sono aumentati del 4,1 e 9,8% e soprattutto a Brescia, con + 16,2% anche prima che venisse inaugurata la metropolitana, appunto nel 2013.

Mezzi vetusti e una politica dei trasporti locali che non tiene conto delle reali necessità degli utenti, con ritardi alle fermate soprattutto nelle grandi città, sarebbero tra le cause di questo arretramento, secondo il direttore commerciale di Continental Cvt, Daniel Gainza.

Formalmente, è Arriva Italia, che già deteneva il 49% dell’azienda di trasporto pubblico locale, ad aver vinto la gara indetta da Aem la scorsa estate per la vendita delle restanti quote. Nel 2010 il gruppo inglese era stato acquisito dai tedeschi di Deutsche Bahn. Il gruppo non gestisce ora solo il trasporto cittadino, ma anche buona parte del bacino provinciale, facendo parte di un’Ati con altri soggetti che nel 2013 ha vinto la gara indetta dall’amministrazione provinciale.

In città, sono stati molti i tentativi di aumentare l’appeal dei mezzi pubblici, ma evidentemente senza grossi risultati. Tra 2013 e 2014 causò una vera mobilitazione cittadina il riordino delle linee con modifiche alla denominazione delle stesse, disposto dai vertici di allora di Km (dove il privato ha sempre espresso il direttore generale) e il Comune. Diminuzione di corse, soprattutto verso e da le destinazioni ‘calde’ di ospizio e stazione e cambiamento dei nomi che causarono un certo scompiglio tra gli utenti, tanto da indurre dopo qualche mese ad un ripensamento. Varie campagne di marketing non sono servite a far cambiare opinione sui mezzi pubblici all’utenza cremonese, composta quasi esclusivamente da anziani e studenti. Da ultimo, l’amministrazione comunale ha definitivamente rinunciato ad un rilancio dei filobus, continuando a smantellare quel che resta della linea aerea. Tra le cause, l’impossibilità di modificare al bisogno i percorsi dei mezzi.

g.biagi

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