Scontri corteo, per 3 imputati chiesti 5 anni. Al Comune risarcimento di 200.000 euro
5 anni per Mattia Croce, 5 anni per Aioub Babassi, 5 anni per Matteo Pascariello e 4 anni e 8 per Mauro Renica. Queste le richieste di pena del pm Fabio Saponara nei confronti dei primi quattro giovani finiti a processo per i disordini scoppiati il 24 gennaio.
di Sara Pizzorni
5 anni per Mattia Croce, 5 anni per Aioub Babassi, 5 anni per Matteo Pascariello e 4 anni e 8 mesi per Mauro Renica. Queste le richieste di pena del pm Fabio Saponara nei confronti dei primi quattro giovani finiti a processo per i disordini scoppiati il 24 gennaio durante il corteo organizzato dal centro sociale Dordoni.
Davanti al gup Pierpaolo Beluzzi erano presenti tutti gli imputati, processati con il rito abbreviato: Croce, 21 anni, cremonese, frequentatore del Kavarna; il bresciano Babassi, 21 anni; Pascariello, 24 anni, bolognese residente a Lecce, e Renica, 31 anni, bresciano appartenente al centro sociale Magazzino 47. Babassi e Renica sono ancora ai domiciliari, mentre Croce e Pascariello sono sottoposti alla misura dell’obbligo di dimora. L’accusa è di devastazione e saccheggio e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. Croce e Babassi erano stati arrestati il 30 marzo scorso, mentre Pascariello e Renica l’11 giugno.
Il pm Saponara, che a fine mese lascerà la procura di Cremona per trasferirsi a Catania, ha sottolineato la preordinazione dei fatti e la gravità di quanto è successo. La città è stata tenuta in ostaggio per delle ore, danneggiando i diritti dei cittadini. Nel procedimento, il Comune di Cremona si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Cesare Gualazzini che ha chiesto un risarcimento di 200 mila euro.
“Si è trattato di un reato collettivo”, ha spiegato il legale. “Il Comune ha il dovere il tutelare gli interessi collettivi. Quel pomeriggio è stato un pomeriggio di follia, la città era in stato d’assedio”. Le altre parti civili sono due agenzie immobiliari, tra cui “…A Casa Mia” di via Mantova, rappresentata dall’avvocato Marco Soldi. Il legale ha chiesto un risarcimento di 4 mila euro per la distruzione degli arredi e delle vetrine, mentre la collega che assiste l’altra agenzia, per due mesi costretta a cessare l’attività per i danni subiti, ha chiesto un risarcimento di 5.000 euro solo di provvisionale.
Nel processo, Mattia Croce è difeso dall’avvocato Marilena Gigliotti, Aioub Babassi dal legale Michele Coccia, Mauro Renica dall’avvocato Giovanna Mainetti e Matteo Pascariello dal legale Francesco Calabro. Dopo la requisitoria del pm Saponara hanno preso la parola i legali per le loro arringhe. “Abbiamo cercato di chiarire”, ha detto l’avvocato Calabro, “che non sussiste il reato di devastazione, ma quello di danneggiamento aggravato”.
Davanti al giudice sono intervenute tutte le difese, tranne quella di Mattia Croce. L’avvocato Gigliotti, infatti, ha chiesto i termini a difesa. Il legale del 21enne cremonese parlerà nella prossima udienza, fissata per giovedì prossimo, dopodichè il gup emetterà per ognuno la sentenza. Gli avvocati hanno anche chiesto la revoca delle misure a cui sono sottoposti i propri assistiti. Una richiesta a cui il pm si è opposto.
La manifestazione antifascista era stata promossa dai centri sociali locali come risposta ai fatti che si erano verificati la settimana precedente, quando, durante una rissa avvenuta nei pressi dello stadio al termine della partita Cremonese-Mantova, l’esponente del Dordoni Emilio Visigalli era stato gravemente ferito. Come reazione era stata indetta una manifestazione nazionale antifascista nel corso della quale alcuni gruppi di persone avevano preso d’assalto, con spranghe, picconi e bastoni, le banche che si trovavano nelle immediate vicinanze della sede del movimento di destra, distruggendo vetrine e sportelli bancomat. Un altro gruppo di manifestanti si era diretto verso il comando dei vigili urbani di piazza Libertà, devastandolo.