Poli (Pd): 'Linea 1 inceneritore da chiudere ben prima del 2024'
Continuano le diverse letture in merito al documento conclusivo del tavolo regionale per il decomissioning del termocombustore. Malvezzi: "Soluzione più vantaggiosa per ambiente e portafoglio è revamping dal 2025”. Poli (Pd): "Comune si batta per chiusura linea1 nel 2017”. Pezzoni: "Debole la negoziazione del Comune".
Continuano le diverse letture in merito al documento conclusivo del tavolo regionale per il decomissioning del termocombustore. Alza la voce Carlo Malvezzi, consigliere regionale Ncd: “Il rapporto tecnico conclusivo – afferma – non lascia spazio a dubbi: la soluzione migliore dal punto di vista ambientale, economico e gestionale tra i dieci scenari considerati è quella che prevede la realizzazione di un nuovo impianto, scenario però che si esclude da sé perché non in linea con la programmazione regionale. Quella perciò coi migliori parametri è la soluzione che lascia in funzione il termovalorizzatore e lo riapre al primo gennaio 2025 dopo un revamping conservativo, cioè un intervento di manutenzione complessiva. La chiusura al 2018, annunciata durante la campagna elettorale da Galimberti, è quindi la più sconveniente per la salute e le tasche dei cittadini. E nemmeno l’ipotesi dello spegnimento dell’impianto al 2025 tutela il bene della comunità cremonese. Spegnere il termovalorizzatore significa prevedere una nuova fonte di energia per continuare a garantire l’alimentazione del teleriscaldamento in città. E questo è possibile solo attraverso la costruzione di una centrale a biomassa o con l’installazione di nuove caldaie. Cioè l’arretramento rispetto ad un sistema energetico che ancora oggi dà maggiori garanzie sotto il profilo ambientale ed economico. Spero che tutti gli attori in gioco, a partire dal comune di Cremona, leggano questo rapporto per il valore scientifico che ha, evitando di piegarlo ideologicamente. Esprimo, infine, un forte apprezzamento per il lavoro fatto dai tecnici di Regione Lombardia e dall’assessore regionale Terzi.”.
“E’ una lettura sbagliata”, afferma invece Roberto Poli, consigliere comunale Pd, presidente commissione Bilancio, esponente di quella parte del partito più vicina alle posizioni ambientaliste. “Già il termine ‘decomissioning’ indica chiaramente la direzione verso cui si sta andando, ossia lo smantellamento dell’impianto. E’ curioso che qualcuno cerchi di dimostrare che un tavolo regionale istituito per il decomissioning sostenga in realtà il revamping. Quello che semmai mi sento di chiedere all’amministrazione comunale è di sostenere con decisione un altro degli scenari delineati nel Rapporto, ossia lo spegnimento, ben prima del 2024 e già nel 2017, della linea 1 nell’ambito della stesura del piano industriale di Lgh – A2A. Non credo che la partnership industriale che si sta definendo debba essere un ostacolo a perseguire questo obiettivo. A2A, per bacino d’utenza servito e avendo a disposizione un altro termocombustore di capacità molto superiori, potrebbe assorbire gli oneri derivanti dal mancato ammortamento dell’impianto. E’ su questo che si deve battere ora il Comune e credo che sia nelle corde di questa maggioranza lavorare in questa direzione”.
Meno fiducia nella volontà dell’amministrazione Galimberti di battere i pugni sul tavolo per la chiusura dell’inceneritore è invece Marco Pezzoni, ideatore di CreaFuturo e grande sostenitore dell’economia circolare: “A maggior ragione possiamo oggi affermare – scrive dopo l’accettazione dell’offerta vincolante di A2A da parte di Lgh – che i negoziatori per parte cremonese e per parte Lgh si sono dimostrati deboli e privi di una strategia negoziale in grado di rappresentare in modo adeguato le esigenze del territorio rappresentato e, in particolare, della città di Cremona.
I negoziatori rappresentanti di Lgh e delle comunità di Cremona, Crema, Lodi, Pavia, Rovato hanno totalmente accettato o subito l’impostazione tecnocratico-finanziaria proposta da A2A e dai gruppi bancari consulenti. Logica finanziaria invece che logica economica, conservazione dell’esistente invece che innovazione e sviluppo, inerzia manageriale invece che coraggio imprenditoriale, interesse privato delle lobby invece che interesse pubblico alla innovazione tecnologica e sociale, alla tutela della salute dei cittadini e alla salvaguardia dell’ambiente. Volutamente o tacitamente, hanno scelto di tenere in vita l’inceneritore di Cremona fino al 2024 e di rinviare ad un secondo tempo le trattative per investimenti legati al recupero e riciclo dei rifiuti. Doppio errore gravissimo che ha, di fatto, consegnato il cuore del negoziato nelle mani unilaterali di A2A. Il responsabile principale di questo doppio errore è il Comune di Cremona”.
g.biagi