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Aem, Lgh, A2a: dopo il sì entra nel vivo la complicata stesura dei contratti

Il dado è tratto, con la giornata di oggi 12 gennaio, sono scaduti i termini per la risposta di Lgh all'offerta vincolante di A2a per l'acquisto del 51% di Lgh.

Il sindaco Galimberti e il presidente della patrimoniale Aem Spa Siboni

Il dado è tratto, con la giornata di oggi 12 gennaio, sono scaduti i termini per la risposta di Lgh all’offerta vincolante di A2a per l’acquisto del 51% di Lgh. Soltanto ieri sera era giunto il benestare di Cogeme, l’azionista di maggioranza relativa che al pari di Aem Spa detiene il 31% della multiutility della Bassa. L’assemblea dei soci bresciani e bergamaschi ha dato il via libera all’operazione con il 90% dei voti. Gli altri soci sono Asm di Pavia (16%), Astem di Lodi (13%) e il gruppo Scs-Scrp di Crema (9%). Tutti i rispettivi presidenti hanno sottoscritto la lettera di accettazione dell’offerta: A2a ha proposto un pagamento da 126 milioni di euro (metà in denaro e metà in azioni) per ottenere la quota che consentirà il controllo della holding, forte di circa un milione di clienti nella Bassa e che si occupa di energia, igiene ambientale e rifiuti. La scadenza era già slittata: la prima data era fissata al 22 dicembre, poi prorogata appunto al 12 gennaio.

Nasce così una realtà aziendale che per chi governa la città rappresenta una partnership indispensabile per poter continuare a garantire servizi di livello, mentre per i detrattori è una perdita di autonomia. I numeri dicono che la parte del leone la farà A2A, detenuta al 50% dai comuni di Brescia e Milano e con partecipazioni minoritarie dei comuni di Bergamo e Varese. Il 47% è fluttuante sul mercato azionario. Per fare un raffronto tra valori economici dei due soggetti in campo, basti pensare che A2A conta 4 miliardi e 984milioni di euro di ricavi con un margine operativo lordo di 1 miliardo e 24milioni euro; mentre Lgh 611 milioni e MOL pari a 95 milioni (bilanci 2014).

Superata con qualche ostacolo la fase politica della trattativa, ora si è già aperta quella assai più complessa degli accordi giuridici e finanziari necessari per la conclusione della partnership, il cui scopo finale – è stato detto più volte in sede di commissioni comunali – è quello di arrivare ad una integrazione e a una fusione delle due realtà. In pratica da qui alla fine di gennaio (ma molto probabilmente si andrà oltre) dovranno essere messi nero su bianco i contenuti della trattativa che si era aperta la scorsa estate ed è giunta a conclusione oggi. Tra l’altro, dovrà essere modificato lo statuto di Lgh, nella parte in cui definisce la possibilità di ingresso di nuovi soci con maggioranza. Andranno stesi i patti parasociali tra vecchi e nuovi soci del gruppo, e soprattutto andrà definito nei dettagli il piano industriale fin qui solo abbozzato, anche se all’interno di esso sono già stati fissati paletti inamovibili. Tra le linee strategiche c’è ad esempio il mantenimento dei livelli occupazionali e dei presidi territoriali. Non da ultimo, vanno ancora definiti i dettagli economici della partnership, fermo restando il valore complessivo dell’operazione. Tecnici interni e advisor saranno impegnati nella stesura dei vari contratti che regoleranno le negoziazioni, atti fondamentali per salvaguardare in prospettiva entrambe le parti nel caso cambiassero gli scenari di mercato.

g.biagi

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