Cronaca

Contro la legge sulle unioni civili non resta che pregare: diocesi in prima fila

Un'ora di preghiera, da qui al 26 gennaio, per illuminare i senatori alle prese con l'approvazione del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. La propone don Giuseppe Nevi, direttore della Pastorale per la famiglia della Diocesi.

Un’ora di preghiera, da qui al 26 gennaio, per illuminare i senatori alle prese con l’approvazione del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, la cui approvazione sta per arrivare alla svolta decisiva in Senato. E’ una sorta di maratona della preghiera su scala nazionale, quella proposta dal responsabile della Pastorale famigliare della diocesi di Cremona, don Giuseppe Nevi, in adesione ai contenuti della piattaforma online “Un’ora di guardia” attraverso cui si può  prenotare il giorno e l’ora in cui ci si impegna a recitare la preghiera affinchè il ddl non passi. Una versione aggiornata al tempo di internet delle tradizionali novene, insomma. Come si legge da questa mattina sul sito della diocesi di Cremona, si tratta di un caloroso invito «a pregare Dio affinchè ispiri i senatori che il prossimo 26 gennaio saranno chiamati ad esaminare il cosiddetto disegno di legge Cirinnà che prevede la legalizzazione delle coppie di fatto – quindi anche quelle omosessuali – conferendo ad esse la possibilità di adottare dei bambini».  È questa la proposta di don Giuseppe Nevi, direttore dell’ufficio di pastorale familiare rivolta a tutte le comunità della diocesi: «Stanno maturando diverse iniziative per contrastare tale proposito – scrive il sacerdote -, tra le molte credo sia importante indicarne una che è specificamente nostra, quella della preghiera. E così continua: «Credo sia davvero il modo giusto di affrontare un problema che se non risolto positivamente metterebbe un ulteriore elemento di instabilità nella già fragile società italiana e sarebbe una negazione concreta del primato da riservare sempre alla famiglia, non per ragioni ideologiche ma costituzionali e razionali».
Don Nevi si rivolge anzitutto ai confratelli sacerdoti: «Ti chiedo di diffondere tale iniziativa tra le famiglie della tua comunità e se lo credi opportuno promuovere nelle prossime due settimane che ci separano dalla data in questione almeno due momenti di preghiera o di adorazione eucaristica, per intercedere presso il Padre affinchè illumini il cuore e la mente di coloro che dovranno decidere sul futuro della nazione».

La preghiera – si legge sul sito “Un’ora di guardia”  viene considerata una “potentississima arma” in mano ai cattolici per centrare l’obiettivo che la “resistenza di piazza” (come le Sentinelle in piedi, viste in azione anche in piazza del Comune) non è riuscita a raggiungere. Ossia far trionfare le “forze del bene contro quelle del male”, si legge ancora.

«La nostra battaglia infatti – continua il testo –  non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” ecco perché occorre che ci prepariamo per combattere insieme e combattere in ginocchio. 

Ci sia da esempio quanto accaduto da poco nella vicina Slovenia, che con il referendum abrogativo di domenica 20 dicembre 2015 ha cancellato la legge approvata solo lo scorso marzo che regolava l’istituto della famiglia nel Paese e che ammetteva appunto matrimoni e adozioni di coppie dello stesso sesso».

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Il contenuto che appare sul sito www.unoradiguardia.it

 

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