Picchiata e costretta a prostituirsi: vittima una 40enne cremonese, il suo aguzzino patteggia due anni
Aveva costretto una commerciante cremonese di 40 anni a prostituirsi. L’imputato, un albanese, ha patteggiato due anni di reclusione davanti al tribunale di Piacenza per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Nel luglio scorso a rivolgersi ai vigili di Piacenza era stata proprio la cremonese, titolare di un negozio, che aveva raccontato di aver intrapreso una relazione con un cliente. La storia sentimentale, però, presto si era trasformata in un incubo per la 40enne, costretta a subire brutali violenze fisiche e psicologiche dall’albanese, e pure a prostituirsi in strada per poter versare il denaro al suo compagno che l’aveva iniziata all’attività dopo averle raccontato una serie di difficoltà economiche causate dalla perdita del lavoro, con debiti da saldare. La soggezione nei confronti dell’uomo, unita alla paura che si concretizzassero le minacce di morte rivolte a lei e alla sua famiglia, le aveva impedito per mesi di ribellarsi, isolandola dai suoi cari e dagli amici.
Alla fine, però, la donna ha avuto il coraggio di denunciare il suo aguzzino. A cadere nell’inganno, come lei, anche una 50enne italiana, che ha confermato il racconto della cremonese. Gli atti di violenza intimidatoria avevano raggiunto un livello di crudeltà intollerabile, che l’uomo giustificava come “misure educative”, arrivando addirittura a gettare la commerciante nelle acque del Po per “insegnare” all’altra donna a non ribellarsi. Le due vittime, in contatto con il personale del Centro antiviolenza, sono seguite e tutelate nell’ambito del progetto “Oltre la strada”.