Cronaca

Attenzione alla multa salata che arriva per raccomandata dalla Croazia: è una truffa

Gli uffici della Questura, ed in particolare della polizia postale, consigliano, in caso di ricezione di contattare immediatamente le forze dell’ordine al fine di ricevere opportuni consigli in merito e raccomandano di non procedere ad alcuna forma di pagamento.

Negli ultimi giorni alcuni cremonesi  si sono  visti recapitare una raccomandata in busta verde,  molto simile a quella usata per la notifica di atti giudiziari, proveniente dalla Croazia, più precisamente dalla città di Pola.
La busta contiene un documento in lingua croata, con traduzione italiana sul quale sono apposti timbri che farebbero pensare ad un atto giudiziario che intima il pagamento di una sanzione in conseguenza della violazione al codice della strada. Si chiede l’esborso di una cifra compresa tra € 184,73 ed € 250,65, pena l’avvio di una procedura di pignoramento. Il pagamento è richiesto su un IBAN italiano.
L’atto, però, non è conforme al dettato normativo italiano, sia nelle forme e sia nelle notifiche e pertanto non ha alcun valore legale.
Gli uffici della Questura, ed in particolare della polizia postale, consigliano, in caso di ricezione di contattare immediatamente le forze dell’ordine al fine di ricevere opportuni consigli in merito e raccomandano di non procedere ad alcuna forma di pagamento.
Sul fenomeno, che assume i connotati di un’autentica truffa, sono in corso accertamenti da parte della postale per risalire agli autori del tentativo di reato.

In giornata dalla Croazia in redazione è giunta una mail a firma di due legali croati: “Non è mai stato posto in essere da parte alcun intento fraudolento. Il fatto che si siano verificati degli erronei invii (dovuti ad errori di trascrizione da parte dei dipendenti accertatori della mandante o ad errate trasmissioni della stessa) non giustifica il contenuto dell’articolo. Lo studio si è sempre premurato di verificare le contestazioni che ci sono pervenute e in caso di fondatezza delle stesse di rinunciare all’azione esecutiva. Non vi è traccia, anzi il contrario, che vi sia stata alcuna condotta integrante l’elemento soggettivo del dolo”.

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