Ambiente

La mappa del clima 'impazzito' A Cremona temperature massime cresciute di 2,4 gradi in 10 anni

A Mantova e a Pavia il record dei cambiamenti climatici in Lombardia, ma Cremona è davvero poco più indietro. Nella provincia dei Gonzaga le temperature massime sono aumentate di 2,7 gradi nell’arco di un decennio, passando da 19,48 gradi ai 22,18 rilevati nei primi dieci mesi del 2015, nelle terre pavesi, invece, si è avuto il maggior aumento delle temperature minime, cresciute di oltre 2 gradi da dieci anni a questa parte (da 7,92 a 9,97). In provincia di Cremona le massime sono cresciute di 2,42 gradi (solo i dati di Mantova e Milano sono più alti) e le minime di 1,57 gradi (comunque sopra la media regionale, che si ferma a +1,14 gradi). Sono questi i valori limite registrati in Lombardia e che emergono da un’elaborazione della Coldiretti regionale su dati Osservatorio Mipaaf, diffusa in occasione della Conferenza Onu di Parigi sui cambiamenti climatici.

Dall’analisi di Coldiretti Lombardia risulta anche che la provincia dove è piovuto di più negli ultimi 10 anni è quella di Pavia, dove si sono registrati in media 901 millimetri di precipitazioni all’anno contro gli 858 del livello lombardo. I territori più “asciutti”, invece, sono Sondrio (819 mm) e Como (855). Il tutto in un contesto regionale dove il 2014 è stato uno degli anni più piovosi, con quasi doppio delle precipitazioni medie mensili degli ultimi 10 anni. “Gli eventi atmosferici stanno diventando sempre più traumatici sia per la violenza che per la rapidità con i quali si verificano – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – In questo contesto il lavoro degli agricoltori si complica e aumentano i rischi per produzioni e raccolti”.

“Nell’aumento delle temperature – sottolinea la Coldiretti regionale – un ruolo importante è giocato anche dalla cementificazione e dal consumo di suolo: il cemento, infatti, trattiene calore durante il giorno e lo rilascia durante la notte, facendo innalzare la colonnina di mercurio anche quando questa dovrebbe scendere e stravolgendo la normale escursione termica lungo le 24 ore”. “Di solito per le festività di Ognissanti da noi si andava sotto lo zero: quest’anno invece a novembre c’erano quasi 20 gradi – dice Franca Sertore, 66 anni, presidente Pensionati Coldiretti Sondrio e Lombardia – Ricordo che in questo periodo quando ero bambina iniziavano le prime nevicate, che poi gelavano e facevano sì che si conservasse una riserva d’acqua per l’estate. Oggi invece anche i nostri ghiacciai si stanno sciogliendo”. Quest’anno il mese più “torrido” in Lombardia è stato luglio: alla provincia di Mantova il picco con 34,5 gradi, seguita da Cremona (33,9) e Lodi (33,3). Il record del freddo, invece, si è registrato tra i mesi di gennaio e febbraio: in questo caso il primato spetta alla provincia di Sondrio (oltre 6 gradi sottozero), poi a Varese (-3,3) e a Como (-3,2).

“E’ strategico monitorare la situazione e sostenere l’agricoltura quale risorsa per la gestione e la manutenzione del territorio contro il consumo di suolo – ribadisce Prandini – considerato che in cinquant’anni, dal 1955 al 2011, in Lombardia le superfici agricole utilizzate sono diminuite di oltre il 25,4% passando da 1.322.017 ettari a 986.853 ettari, mentre il suolo urbanizzato è aumentato del 235 per cento. Senza agricoltura – conclude il Presidente della Coldiretti regionale – si perde prima di tutto una gestione efficace dei territori, un assunto che è ancora più vero nelle realtà di montagna, che sono più a rischio di abbandono e isolamento”.

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