Cronaca

Caso Juliette, l'ex maresciallo e i Pizzi a giudizio immediato

L'ex maresciallo Andrea Grammatico e i cugini Luca e Marco Pizzi andranno a giudizio immediato. Sì ad una sola proposta di patteggiamento, quella del bresciano Emilio Smerghetto a 2 anni e 8 mesi. L'ex appuntato Varani verrà processato col rito abbreviato.

Da sinistra, l'ex maresciallo Grammatico, i cugini Pizzi, l'ex appuntato Varani e l'imprenditore Mazzon

di Sara Pizzorni

Il giudice Andrea Milesi
Il giudice Andrea Milesi

Sul tavolo del gup Andrea Milesi sono state discusse le proposte di patteggiamento del caso ‘Juliette’, il locale cremonese finito nell’occhio del ciclone per un giro di droga e di squillo. Per il pm Francesco Messina, però, le pene sono troppo basse. Accolta solo la proposta della difesa del bresciano Emilio Smerghetto, accusato, insieme all’altro bresciano Matteo Pasotti e ai cugini cremonesi Luca e Marco Pizzi, di aver favorito la prostituzione nel locale, procurando le ragazze squillo. Per lui, 2 anni e 8 mesi. Il patteggiamento sarà formalizzato nell’udienza del prossimo 5 febbraio insieme alla discussione dei riti abbreviati chiesti ed ottenuti dalle difese di Pasotti e dell’ex appuntato dei carabinieri Davide Varani, arrestato insieme al suo superiore con le accuse di falso, calunnia e tentata concussione in concorso. Varani, ancora sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora, è assistito dall’avvocato Massimiliano Capra.

Tutti gli altri andranno a giudizio immediato il prossimo 15 dicembre. L’inchiesta del Juliette vede coinvolto l’ex vice comandante dei carabinieri di Vescovato Andrea Grammatico, arrestato il 30 giugno scorso insieme all’ex appuntato Varani, a Luca e Marco Pizzi, rispettivamente titolare e socio del Juliette, a David Mazzon, imprenditore nel settore dei locali, ex titolare del Tabù di Vescovato, a Ilham El Khalloufi, moglie marocchina di Marco Pizzi e ai due bresciani Smerghetto e Pasotti.

Per l’ex maresciallo Andrea Grammatico, accusato di aver portato all’interno del locale la cocaina, dandola ai titolari che a loro volta la regalavano ai clienti, la richiesta di patteggiamento è rimasta a 4 anni e 6 mesi, senza quindi il consenso del pm. L’ex vice comandante, da settembre agli arresti domiciliari nella casa dei genitori a Colleferro, nel Lazio, è assistito dall’avvocato Marco Lepore, del foro di Roma, che ha preso il posto dei legali Antonino Andronico e Marco Simone. Nei confronti di Grammatico è stata aperta un’inchiesta parallela con ipotesi di reato di riciclaggio, mentre gli inquirenti stanno valutando tutti gli atti relativi agli arresti eseguiti dall’ex militare alla luce delle accuse di falso, calunnia, concussione e tentata concussione che gli sono contestate. Arresti per resistenze a pubblico ufficiale che per l’accusa sarebbero stati ‘forzati’, oppure arresti in flagranza di spacciatori ottenuti con metodi illegali, e cioè obbligando con minacce gli assuntori, tutti ragazzini, a rivelare l’identità di chi consegnava loro lo stupefacente.

Anche Luca e Marco Pizzi, accusati di aver favorito la prostituzione delle ragazze immagine nel locale e di aver ceduto cocaina ai clienti facoltosi, hanno chiesto di patteggiare, il primo 2 anni senza la condizionale, il secondo 2 anni e 2 mesi, ma anche per loro il pm ha giudicato la proposta troppo bassa. Nel procedimento, Luca Pizzi è difeso dagli avvocati Giacomo Nodari e Massimo Nicoli, mentre Marco dagli avvocati Massimo Vappina e Walter Ventura. I due cugini sono ancora agli arresti domiciliari. “Nell’interesse del nostro cliente”, hanno spiegato gli avvocati di Luca Pizzi, “ci confronteremo con la procura per vedere se sarà ancora possibile trovare un accordo, ma comunque anche a dibattimento la posizione di Pizzi potrebbe uscirne fortissimamente ridimensionata”.

David Mazzon
David Mazzon

Ha formulato una proposta di patteggiamento prima a 10 mesi e poi ad 11 mesi, anche David Mazzon, accusato di aver ceduto cocaina a diverse persone, tra cui anche all’ex maresciallo Grammatico, ma anche per lui non c’è stato il consenso del pm. Attualmente l’imprenditore, difeso dall’avvocato Massimo Nicoli, è sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora. “Sono estraneo alla vicenda del Juliette”, ha commentato lo stesso Mazzon, che ora lavora presso un’agenzia pubblicitaria, “e per questo sto subendo inutilmente danni anche al mio lavoro”.

Andrà invece direttamente a dibattimento, come ha fatto sapere il suo difensore, l’avvocato Vappina, Ilham El Khalloufi, moglie marocchina di Marco Pizzi, accusata di aver favorito la prostituzione nel locale. Attualmente la donna, che in precedenza era stata sottoposta alla misura dell’obbligo di firma, è tornata in libertà.

Da sinistra, gli avvocati Nicoli, Vappina e Capra
Da sinistra, gli avvocati Nicoli, Vappina e Capra

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