Fuori uso due piscine su tre, il mondo del nuoto insorge
Dall'autunno non ha più riaperto la piscina convertibile, fuori uso per via di perdite dalla copertura e resta agibile solo la olimpionica dove si concentrano società sportive, agonistiche e semplici appassionati. La frustrazione degli sportivi: "Il Comune continua a pagare centinaia di migliaia di euro al gestore del centro natatorio Comunale ma non ha i soldi per riparare e mantenere in funzione ordinaria le piscine".
Una piscina su tre. Continua l’agonia del centro natatorio comunale, dove da quest’autunno è in funzione una sola piscina, quella olimpionica, sulle tre esistenti. Quella coperta è in disuso da anni; la convertibile non ha più riaperto dopo l’estate, causa gravi problemi alle coperture. Il Comune lo sa ma, come conferma l’assessore allo sport Mauro Platé, lavori di sistemazione non sono previsti in tempi brevi: “E’ un non utilizzo momentaneo dovuto all’esistenza di punti di perdita dalla copertura. La chiusura era stata concordata a suo tempo con le società sportive, che si sono organizzate. E d’altra parte non utilizzare al massimo le potenzialità di una piscina come l’olimpionica sarebbe sbagliato”. Il riferimento è ai costi di gestione veramente alti per riscaldare l’ambiente, per cui tenere corsie vuote risulta uno spreco al momento insopportabile per l’ente. Anche se questo comporta orari di allenamento stressanti per gli atleti delle varie società sportive: alcuni ragazzini quest’anno quasi non fanno in tempo a mangiare un boccone all’uscita di scuola perchè il loro turno inizia poco dopo le 14. La convertibile, sembra di capire, tornerà ad essere utilizzabile con l’inizio della primavera: “Per l’anno prossimo – afferma ancora l’assessore – vorremmo riaprirla un po’ prima di quest’anno, a fine marzo – inizio aprile, per metterla a disposizione delle società sportive che più di tutte in questo periodo sono in sofferenza, penso al sub e al nuoto sincronizzato. Quanto ai lavori alle coperture, sono in programma, ma non nell’imminenza”. Fatto sta che il fuoco cova sotto la cenere e tra gli utenti della piscina sta montando la polemica, sia per lo stato di abbandono delle due vasche più vecchie, sia per la questione della convenzione, ormai prossima alla scadenza (31 dicembre 2015) con la Fin. E’ stata persino aperta una pagina Facebook nominata “Piscina Comunale Di Cremona – Quale futuro?” per denunciare lo stato attuale. L’ultimo post descrive così la situazione della convertibile: “Oggi il nuoto a Cremona è gravemente handicappato. Il Comune continua a pagare centinaia di migliaia di euro al gestore del centro natatorio Comunale ma non ha i soldi per riparare e mantenere in funzione ordinaria le piscine. Dalla ripresa dell’attività autunnale la vasca convertibile non è più accessibile né alle squadre agonistiche né al pubblico. Ora giace desolatamente vuota come una delle tante opere pubbliche abbandonate del sud Italia (fra l’altro il fatto di rimanere senza acqua, a lungo andare, può creare gravi problemi alla struttura che si assesta provocando crepe e cedimenti). La città è ormai allo sbando dopo avere subito anni di politica ottusa e incapace. Il declino è sotto gli occhi di chiunque, dal centro storico alla periferia. Serve urgentemente un forte cambio di rotta”.
Difficile capire cosa il Comune intenda fare riguardo la convenzione con la Fin. L’esempio di Crema, dove il Comune ha di recente assegnato la gestione ad una società esterna, a seguito di bando, non sembra all’orizzonte. “Siamo in una fase di interlocuzione” afferma l’assessore senza sbottonarsi, nemmeno riguardo ad una possibile proroga. “Stiamo ragionando con la Fin, abbiamo fatto diverse riunioni con le società del nuoto, ho spiegato loro i dettagli della situazione. La speranza è di arrivare ad una soluzione che valorizzi al massimo la piscina per un utilizzo sportivo e agonistico e l’idea è quella di prevedere un certo tipo di supporto”. Economico, s’intende, al Comune, sempre più in difficoltà a gestire impianti costosi come questo.
g.biagi