Polizze 'tarocco': quattro a processo, in aula le vittime della truffa, gli assicuratori
Parola agli agenti delle assicurazioni vittime della truffa, nel processo riguardante l’indagine sulle ‘Polizze tarocco’ che vede gli imputati accusati di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, ricettazione e falso.
di Sara Pizzorni
Parola agli agenti delle assicurazioni vittime della truffa, nel processo riguardante l’inchiesta sulle ‘Polizze tarocco’ che vede gli imputati accusati di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, ricettazione e falso. Le indagini erano cominciate nell’ottobre del 2012 da parte della polizia stradale di Cremona. Per la procura, stipulavano polizze assicurative per veicoli in agenzie in provincia di Cremona con documentazione falsa per poi “girarle” a ditte e persone residenti in Campania. In questo modo pagavano premi ben inferiori rispetto a quelli previsti se li avessero pagati nella regione in cui risiedevano gli assicurati (considerata l’alta sinistrosità della Campania i premi raggiungevano cifre tre volte maggiori).
Quasi 300 le polizze “taroccate”, apparentemente destinate ad autocarri adibiti al trasporto merci, e in particolare a marmo in blocchi, che, in questo modo, ottenevano anche sconti riservati a queste categorie di merci. Ottenute le polizze, provvedevano a destinarle ai reali proprietari dei veicoli tutti residenti nelle province di Napoli e Caserta.
Oggi in aula le vittime hanno raccontato il meccanismo: c’era l’agente di Cremona del Lloyd Italico che li ha denunciati, così come ha fatto l’agente della Sai Assicurazione di Casalmaggiore, che però per colpa di questa vicenda, “dopo 44 anni di agenzia”, si è trovato senza lavoro, e l’agente dell’Axa di Bonemerse che con gli imputati ha stipulato una sola polizza, poi ha capito che “c’era qualcosa che non andava”, anche se tutti hanno dichiarato che i documenti, all’apparenza, sembravano originali.
A processo ci sono Patrizio Salvatore, 31 anni, nato a Foggia, residente a Colorno, difeso dall’avvocato Silvia Farina, Eugenio Guaglione, 42 anni, residente a Napoli, assistito dall’avvocato Massimo Tabaglio, un 41enne di Bari e un 46enne di Napoli (per questi ultimi due non era scattato l’arresto). Nell’ottobre dell’anno scorso, il gup Letizia Platè aveva già condannato altri due imputati che erano stati processati con il rito abbreviato. La pena più alta era stata per Massimiliano Muto, 44 anni, residente a Napoli, difeso dai legali Antonio Prejanò e Manuela Zuzolo. Per lui, 3 anni e 8 mesi di reclusione contro i 3 anni e 4 mesi chiesti dal pm Laura Patelli. Giuseppe Aruta, 31 anni, nato a Nola, residente a Torricella del Pizzo, assistito dall’avvocato Giuditta Evangelisti, era stato invece condannato a 2 anni e 10 mesi di reclusione contro i 2 anni e 6 mesi chiesti dal pm. Entrambi erano stati condannati a risarcire le quattro compagnie assicurative (Toro, Sara, UnipolSai e Carige) con una provvisionale di 5.000 euro per ciascuna delle parti civili.
Per l’accusa, gli imputati si presentavano presso le varie agenzie assicurative di Cremona e provincia dove, qualificandosi talvolta come collaboratori e altre volte come legali rappresentanti della società “Consorzio Logistica e Trasporto Srl” di Solarolo Rainerio e altre società con nomi simili, risultate fittizie. 278 le polizze assicurative sottoscritte per autocarri ed autovetture mediante la presentazione di false attestazioni di passaggi di proprietà e di copie di libretti di circolazione contraffatti.